DISCORSO 94/A

SUL MARTIRIO DI GIOVANNI BATTISTA
E SULLA PERSECUZIONE CHE DEBBONO SOPPORTARE
I CRISTIANI ANCHE IN TEMPO DI PACE

Perché Giovanni è un martire?

1. Fratelli carissimi, per questo brano del Vangelo, che il Signore ci ha voluto far conoscere, la Chiesa di Cristo non dubita affatto che Giovanni sia un martire. Ma egli meritò il martirio prima della passione del Signore. Nato prima, patì anche prima; non era tuttavia l'autore della salvezza, ma solo il precursore del giudice. Precedeva infatti il Signore, assumendo per sé un umile servizio e dando la superiorità al celeste maestro. Perché diciamo che Giovanni fu un martire? Fu forse arrestato, accompagnato in tribunale, interrogato dai persecutori dei cristiani? Confessò forse pubblicamente la sua fede in Cristo e sopportò forse patimenti per lui? Per questo infatti possono chiamarsi martiri tutti gli altri dopo la passione di Cristo. Perché allora Giovanni è un martire? Forse perché fu decapitato? Ma non fa diventare martire la pena, bensì la causa. Forse perché offese una donna potente? Come la offese? Perché la offese? Per aver detto la verità al re divenuto suo marito, che cioè non gli era lecito avere la moglie di suo fratello 1. La verità meritò l'odio e avendo meritato l'odio egli giunse alla passione e al premio. Questi sono i frutti del mondo futuro. Balla dunque una ragazza dissoluta, viene condannato l'innocente: viene condannato da uomini, ma viene premiato da Dio onnipotente.

Martire perché è morto per la verità che è Cristo.

2. Nessuno dunque dovrebbe dire: "Non posso essere martire perché i cristiani non sono perseguitati". Hai sentito che Giovanni subì il martirio e, se considerassi la verità, morì per Cristo. "In che modo morì per Cristo - dirai - se non fu interrogato in relazione a Cristo, né costretto a rinnegare Cristo?". Ma ascolta il Cristo in persona che dice: Io sono la via, la verità, la vita 2. Se Cristo è la verità, soffre per Cristo chiunque viene condannato per la verità e riceve il giusto premio. Nessuno dunque deve scusarsi: tutti i tempi sono aperti ai martiri. Nessuno deve dire neppure che i cristiani non sono perseguitati. L'affermazione dell'Apostolo non può essere annullata, poiché è vera: per bocca di lui ha parlato Cristo; non ha mentito. Egli infatti dice: Tutti coloro che vogliono vivere secondo la fede e uniti a Cristo, saranno perseguitati 3. Tutti, dice; non esclude nessuno, non eccettua nessuno. Se vuoi sperimentare la verità di ciò che dice, comincia a vivere fedele a Dio e unito a Cristo e vedrai ch'è vero quanto dice. Forse perché è cessata la persecuzione da parte dei sovrani della terra, per questo non infuria il diavolo? L'antico avversario è sempre instancabilmente all'opera contro di noi, perciò non dobbiamo dormire. Ci trama lusinghe, agguati, ci ispira cattivi pensieri; per farci cadere in modo peggiore, ci propone dei guadagni, ci minaccia delle perdite. Si arriva al punto di decidersi e con fatica si respinge il male della suggestione, perché sia accettata volentieri questa morte. Cercate di comprendere, fratelli. Se uno, per esempio un nobile che avesse potere sulla tua vita, ti costringesse a testimoniare il falso senza dirti: "Rinnega Cristo ", che cosa deciderai, di preferire la falsità o morire per la verità? Eppure il persecutore non ti dice altro se non: "Rinnega Cristo". Orbene, se Cristo - come abbiamo già detto - è la verità, di fatto rinnega Cristo chi nega la verità. Ora, chiunque dice una menzogna, nega la verità. Chi attesta il falso, perché lo fa? Senza dubbio perché ha paura. Non sono perseguitati forse tutti i cristiani quando lottano in difesa della verità? Adesso ciascun cristiano vien messo alla prova e ciascuno viene tentato in rapporto alla propria condizione.

Uccide la propria anima chi dice falsa testimonianza.

3. Ma il tuo nemico, che ti voleva costringere allo spergiuro e a testimoniare il falso, minacciandoti di morte, assetato di sangue, gonfio per il suo potere, altezzoso come il fumo, che cosa avrebbe potuto farti? Risponde la debolezza: "Mi avrebbe ucciso". Non ti avrebbe ucciso. "Ma lo so bene io, mi avrebbe ucciso". Se è così, risponderò anch'io: "Sei tu, fratello, che uccidi, tu che dici falsa testimonianza. Quell'altro avrebbe ucciso, ma solo il tuo corpo; che cosa avrebbe potuto fare all'anima tua? Sarebbe stata abbattuta la casa, ma l'inquilino avrebbe ricevuto il premio". Ecco che cosa ti avrebbe potuto fare il tuo nemico, se tu fossi rimasto saldo nella verità e non avessi detto falsa testimonianza; avrebbe ucciso, è vero, ma solo il corpo, non l'anima. Ascolta il tuo Signore ch'è pronto a rassicurarti: Non dovete aver paura di coloro che uccidono il corpo, ma poi non possono fare nient'altro; ma dovete temere Colui che ha il potere di uccidere il corpo e l'anima e mandarvi nel fuoco della geenna. Ve lo ripeto: è lui che dovete temere 4. Era questi che Giovanni temeva; non volle tacere la verità e così andò incontro ai patimenti inflittigli dall'iniquità dei malvagi; meritò l'odio del re a causa d'una donna impudica e così giunse al martirio.

Come si riconoscono i veri martiri.

4. Orbene, tutti coloro che vogliono vivere rimanendo fedeli a Dio e uniti a Cristo, verranno sconvolti da una siffatta persecuzione. In effetti si subisce la persecuzione o per un guadagno in questo mondo o per il timore d'un danno, o per la vita presente, o per una minaccia di morte, poiché questo mondo non è esente da persecuzioni. Ma bisogna distinguere chi soffre e per chi egli soffre; e in particolare saranno veri martiri se lotteranno per la verità, ch'è Cristo, e allora riceveranno il giusto premio. Poiché se uno è perseguitato per questo mondo, ch'è nel male, può subire solo un castigo temporale.

Le due armi dell'" avversario ": la cupidigia e il timore.

5. Dunque, fratelli miei, poiché nel presente brano evangelico abbiamo imparato a combattere per la verità, a non dire falsa testimonianza, a non spergiurare, a conservare la giustizia nei pericoli - poiché non è difficile osservare la giustizia nella sicurezza o nei piaceri - dobbiamo pensare sempre che il diavolo, nostro tentatore e persecutore, non si stanca mai di tramare contro di noi, e noi nel nome e con l'aiuto di Dio nostro Signore non stanchiamoci mai di combattere con ardore contro di lui, perché in qualche occasione non riporti vittoria su di noi mediante la cupidigia, con cui suole tentarci; chi infatti non è vinto dalla cupidigia e dalla paura? Sono queste le due armi del "nemico", con cui gl'individui, che ripongono la speranza nel mondo, si trovano impigliati in diversi lacci, in modo da non essere capaci di far trionfare la verità. Il diavolo ha così due porte, alle quali egli bussa per entrare; prima con la cupidigia, e quindi con la paura. Se trova tutt'e due le porte chiuse nei fedeli, egli passa oltre. "Ma che cos'è la cupidigia - domanderai - che cos'è la paura?". Senti che cos'è per non bramare ciò che passa e non aver paura di ciò che nel tempo si dissolve e perisce; in questo caso il nemico non troverà un nido ove abitare; poiché è assegnato a noi il compito di combattere sino alla fine; non solo a noi che stiamo ritti o seduti su un posto più elevato e parliamo a voi, ma il combattimento è assegnato a tutti i membri di Cristo.

Il modo di scongiurare diverso nelle diverse località.

6. Per questo motivo ancora oggi nella Numidia c'è l'abitudine di scongiurare i servi di Dio con questa formula: "Possa tu vincere". Tu vedi che siffatta formula di augurio si usa per uno che combatte non senza un motivo. E certo qui dove parliamo, a Cartagine e in tutta la provincia proconsolare e nella Bizacena, ma anche a Tripoli, la formula con la quale i servi di Dio sono abituati a scongiurarsi a vicenda è la seguente: "Per la tua corona". Questa corona la riceverà solo chi vincerà. Anch'io per la vostra corona vi scongiuro di combattere con tutto il coraggio contro il diavolo; se poi vinceremo insieme, insieme riceveremo la corona della vittoria. Perché ci pregate dicendo: "Per la vostra corona" e poi agite male e vivete male? Vivete bene, agite bene, mantenete una buona condotta esterna e interna e sarete voi la nostra corona. L'Apostolo istruiva il popolo di Dio, che siete voi, quando affermava: Gioia mia e corona mia, rimanete stabilmente uniti al Signore 5. Se vi arriderà la prosperità temporale, rimanete stabilmente uniti al Signore; se invece infurierà l'avversità temporale, rimanete sempre uniti al Signore. Non abbandonatelo, lui ch'è stabile e aspetta chi combatte e vi aiuta, perché combattendo senza cedere vinciate e alla fine arriviate da lui per ricevere il premio.