PARTE PRIMA: LA VITA

CAPITOLO PRIMO

LE FONTI BIOGRAFICHE

Le fonti più importanti per ricostruire la vita di S. Agostino sono:

1. Le " prime confessioni ". Chiamo " prime confessioni " i Dialoghi di Cassiciaco composti prima del battesimo tra il novembre del 386 e il marzo del 387. Nei prologhi ci offrono preziose notizie sulla vita dell'autore 2, e nel corpo importanti indicazioni sulle sue disposizioni interiori. Queste risultano soprattutto dalla lunga preghiera che precede i Soliloqui (1,1-6) e dal primo libro di essi.

Ecco un riassunto del suo itinerario fino alla conversione, dove chi ben vede trova i motivi e i momenti principali che risulteranno dalle Confessioni: " Fin dal diciannovesimo anno della mia vita, dopo aver letto, nella scuola del retore, il libro di Cicerone, dal titolo l'Ortensio, fui preso da tanto amore per la filosofia che subito decisi di dedicarmi ad essa. Ma non mancarono nebbie per cui il mio navigare fu senza meta e a lungo, lo confesso, ebbi fisso lo sguardo su stelle che tramontavano nell'Oceano e che mi inducevano nell'errore. Difatti una falsa e puerile interpretazione della religione mi distoglieva dall'indagine. Reso più maturo, mi allontanai dalla foschia e mi creai la persuasione che ci si dovesse affidare più a coloro che usano la ragione che a coloro che usano l'autorità. M'incontrai allora con individui i quali ritenevano che la luce sensibile si dovesse venerare tra le cose altamente divine. Non ero d'accordo, ma supponevo che intendessero celare una nobile dottrina in concetti arcani. In seguito me li avrebbero svelati. Ma quando, dopo averli esaminati attentamente, li abbandonai soprattutto con la traversata di questo mare, a lungo gli Accademici tennero il mio timone fra i marosi in lotta con tutti i venti. Al fine giunsi in questa regione e qui conobbi la stella polare cui affidarmi. Avvertii infatti spesso, nei discorsi del nostro vescovo e talora nei tuoi, che all'idea di Dio non si deve associare col pensiero nulla di materiale e neanche all'idea dell'anima che nel mondo è il solo essere assai vicino a Dio. Ma, lo confesso, ero trattenuto dal volare in seno alla filosofia dagli allettamenti della donna... E letti assai pochi libri di Plotino, di cui so che sei grande ammiratore, e per quanto mi fu possibile, messa a confronto con essi anche l'autorità che ci ha trasmesso la sacra dottrina, m'infiammai talmente da voler levare subitamente tutte le ancore " 3.

2. Le Confessioni. Sono un'opera di autobiografia, ma anche di filosofia, di teologia, di mistica e di poesia. Qui interessa il primo aspetto. Non si tratta di una semplice confessione dei peccati, ma è un inno di lode a Dio per i beni e i mali della sua vita (confiteri deve intendersi, infatti, nel senso biblico di " confessare " e di "lodare ") e, insieme, un'alta meditazione sulla profondità dei consigli divini riguardo alla nostra salvezza 4. L'opera fu ispirata dalla gratitudine a Dio, dall'umiltà, dall'edificazione; infatti in due luoghi 5 Agostino così si esprime: " per amore dell'amore tuo faccio io codesto ". I movimenti esterni dell'opera, invece, se ve ne furono, devono essere ricercati non tanto nell'intento di rispondere indirettamente alle calunnie dei donatisti 6, quanto nelle lodi che gli erano tributate dagli amici e nelle loro esortazioni 7.

Le Confessioni si dividono in due parti: la prima parte (libri I-IX) narra il passato (" quale sono stato ") fino al battesimo e alla morte di Monica; la seconda (X-XIII) tratta il presente (" quale sono "), descrivendo le ascensioni a Dio e le meditazioni sul primo capitolo del Genesi.

All'inizio del secondo secolo alcuni critici hanno messo in dubbio il valore storico delle Confessioni e, conseguentemente, della conversione di Agostino alla fede (conversione che sarebbe avvenuta non a Milano nel 386, bensì a Tagaste circa il 391), asserendo che nell'opera il teologo ha sopraffatto lo storico e ne ha falsato la prospettiva. Essi adducono come argomenti l'esagerazione dei peccati e l'opposizione tra le Confessioni e i Dialoghi di Cassiciaco; dicono, cioè, che nei Dialoghi si rivela soltanto un filosofo il quale si dibatte nel dubbio e cerca la verità, e che la sua è una conversione alla filosofia, non alla fede cristiana.

Questa tesi, insostenibile, deve dirsi ormai superata. L'opposizione tra le Confessioni e i Dialoghi non esiste; questi, piuttosto, confermano la narrazione delle Confessioni per ciò che riguarda gli errori, la conversione, la fede di Agostino 8 e ce lo mostrano così permeato di cristianesimo 9 che solo le Confessioni, dopo un'attenta lettura, valgono a spiegare i Dialoghi. Le dispute di filosofia a Cassiciaco sono subordinate costantemente alla fede: Agostino riconosce in Gesù Cristo la suprema autorità ed è deciso a non allontanarsene mai: " Io ritengo dunque e in modo definitivo di non dovermi allontanare dall'autorità di Cristo "; ma, desideroso di approfondire il contenuto della sua fede (vuole, infatti, non solo credere, ma, per quanto è possibile, capire), cerca aiuto presso i platonici, di cui è pronto a seguire la dottrina finché questa non si scosti dalla fede: " ho fiducia di trovare frattanto, nei platonici, temi che non ripugnano alla parola sacra " 10.

Non deve trarre in inganno l'uso frequente che fa nei Dialoghi del termine " filosofia ", nel cui porto si sarebbe, finalmente, rifugiato 11, e a cui esorta gli altri, perché ne contemplino insieme con lui la bellezza 12. Questo termine ha in lui un significato (assai frequente nei Padri) più ampio di quello ad esso comunemente attribuito dai moderni. Il fine della filosofia è la beatitudine 13, e la beatitudine coincide con la sapienza: " Non si è sapienti se non si è felici " 14; " Non si è felici se non si è sapienti " 15. Quindi il termine " filosofia " comprende tutto ciò che è necessario per giungere alla beatitudine: fede, teologia, religione. Si distingue una filosofia pagana e una filosofia cristiana, " che è la sola vera filosofia, se con questo nome si vuole significare lo studio e l'amore della sapienza " 16. Inoltre, all'aspetto teorico si aggiunge l'aspetto pratico, che importa l'esercizio della virtù, il distacco dal mondo, l'ascetismo, per cui " il vero filosofo è colui che ama Dio " 17. Pertanto il termine " filosofia " comprendeva assai bene, secondo l'ampia accezione di Agostino, la fede, lo studio, la virtù, la contemplazione, il servizio di Dio: tutto ciò a cui si era consacrato con la conversione.

Bisogna inoltre tener presente che le Confessioni e i Dialoghi appartengono a un genere letterario completamente diverso; nelle Confessioni, poi, bisogna distinguere tra i fatti, che sono narrati con assoluta fedeltà storica, e le considerazioni o i giudizi sui fatti, che appartengono non al passato, ma al momento in cui l'autore, scrivendo, vede e giudica il passato sotto l'angolo visuale del convertito e del mistico, cioè non ad Agostino narrato, ma ad Agostino narrante. Una distinzione di buon senso, come si vede.

Nel 1950 con l'opera del Courcelle intorno alle Confessioni 18, che applicò alla questione il metodo filologico, questa prese una impostazione nuova. Data per certa la conversione alla fede cattolica prima del battesimo, ci si chiese se fosse avvenuta prima o dopo la lettura dei platonici. La domanda non era inutile: si voleva sapere quale influsso ebbe questa lettura nella conversione di Agostino. Con grande apparato di erudizione il Courcelle difese il dopo, altri con argomenti non meno forti sostennero il prima.

Data la complessità della conversione come fatto psicologico, una distinzione tra il motivo della fede e il suo contenuto s'impone: altro infatti è l'adesione a quel motivo, altro la comprensione di questo contenuto. L'adesione a quel motivo, che è Cristo e la Chiesa, avvenne prima della lettura dei platonici - Agostino lo dice esplicitamente 19 -, la comprensione di alcuni problemi filosofici anche gravi (la natura spirituale di Dio e la negazione del male) e della stessa vera nozione del mistero di Cristo 20, avvenne dopo, aiutato, per i problemi filosofici, dai platonici, per quelli teologici da S. Paolo. Sull'adesione al motivo della fede, giova ripeterlo, i platonici non ebbero influenza alcuna. Essa nacque, come si dirà, dalle profonde riflessioni sull'utilità della fede e sull'impossibilità - posta la certezza della provvidenza divina di cui Agostino non dubitava - che manchi agli uomini un'autorità che li guidi alla sapienza.

In quanto alla data cronologica delle Confessioni si può stabilire con precisione il termine a quo (la morte di Ambrogio: 4 aprile 397), con meno precisione il termine ad quem, tanto più che le Confessioni furono pubblicate in due tempi (libri 1-9 e libri 10-13: cf. Confess. 10, 3, 4). Si possono ritenere finite prima del 400. Per la lunga questione della datazione del De actis cum Felice Man., vedi bibliografia.

3. Le " ultime confessioni ". Si può chiamare " ultime confessioni " l'opera più originale di Agostino: le Ritrattazioni. Opera fondamentale per tre ordini di ragioni: 1) per la conoscenza degli scritti (limitatamente ai libri, poiché per le Lettere e i Commenti gli mancò il tempo); 2) per seguire l'evoluzione del suo pensiero (per questo recensì le sue opere in ordine cronologico 21); 3) per entrare nell'intimo del suo animo e scoprire: il senso di responsabilità nello scrivere, i motivi religiosi che l'ispiravano, l'insonne servizio alla Chiesa, la risposta alle richieste dei confratelli o dei semplici fedeli, l'umiltà profonda che non teme di riconoscere i suoi errori. Esse infatti costituiscono un esame di coscienza d'un grande scrittore e una guida insostituibile per leggere le opere agostiniane. Ritrattazioni perciò non nel senso corrente, ma in quello etimologico di revisione, che diventa, secondo l'occasione, spiegazione, correzione o difesa.

4. Vita Augustini composta da Possidio, che nel 391 fu con Agostino nel monastero d'Ippona, e nel 397 ebbe la dignità di vescovo di Calama. La stesura dell'opera va ascritta agli anni posteriori alla caduta d'Ippona per opera dei Vandali e anteriori alla caduta di Cartagine (luglio 431 - ottobre 439) 22.

L'autore, che era vissuto per circa quaranta anni in dolce familiarità con Agostino 23, narra in uno stile semplice e disadorno, che non cede al retorico e non indulge alla tentazione del meraviglioso, " ciò che di lui ho visto e sentito " 24, attingendo talora anche alle fonti scritte, particolarmente agli Atti ecclesiastici 25 e alle Lettere 26. Sebbene inadeguata alla grandezza del personaggio, la biografia è d'ineccepibile valore storico. Possidio si occupa della vita di Agostino dopo la conversione, rimandando per il resto alle Confessioni. Divide la biografia in due parti: dopo una breve prefazione, nella prima narra l'ordinazione sacerdotale, la fondazione del monastero ad Ippona, la consacrazione episcopale e, diffusamente, la lotta contro gli eretici; nella seconda tratta del governo della diocesi (udienze episcopali, intercessione per i rei, visite agli infermi, amministrazione dei beni ecclesiastici e della vita monastica di Agostino: vitto, vestiario, disciplina monastica); chiude, infine, con un'ampia descrizione della morte 27.

5. Importanti dati biografici ci offre anche l'Epistolario di Agostino, sebbene, tenendo conto della sua mole, non comprenda molte lettere familiari. L'Epistolario, oltre a farci conoscere gli elementi esterni della sua attività (L'Ep. 313, per esempio, contiene gli Atti ecclesiastici dell'elezione del successore nella sede episcopale), lascia trasparire l'anima del santo, la sua grande umanità, la sua bontà, la signorilità del suo tratto, il delicato senso dell'amicizia.

6. Inoltre i Sermoni 355 e 356 (tenuti rispettivamente il 18 dicembre 425 e poco dopo il 6 gennaio del 426: post Epiphaniam) non solo contengono preziose notizie sulle istituzioni monastiche d'Ippona e sul clero che viveva insieme con Agostino nell'episcopio (monasterium clericorum), ma ci offrono anche un esempio delle cure pastorali del santo e della vita religiosa della sua chiesa.