Il quadro che stiamo abbozzando resterebbe troppo incompleto se non facessimo un accenno alla devozione verso la Chiesa che animò il vescovo d'Ippona. La Chiesa è una madre al cui seno Agostino si attacca con l'avidità del bambino per succhiare il latte della sapienza e trovare la vita 1. S'inchina senza tentennamenti alla sua autorità e accetta dalle sue mani le Scritture: " Non crederei al Vangelo, se non mi ci inducesse l'autorità della Chiesa cattolica " 2. Se nascono dissensi o sorgono difficoltà non si turba, ma se ne resta " tranquillo nella Chiesa " 3. Ciò che rimprovera ai donatisti non è tanto i loro errori, quanto il loro scisma: si può errare come errò S. Cipriano, ma occorre restare ad ogni costo, come fece lui, in seno alla Chiesa, " con santa umiltà, con pace cattolica, con carità cristiana " 4.
Infatti di questo solo Agostino si gloria, di essere nella Chiesa. Quando gli eretici lo attaccano personalmente e lo accusano di chi sa quali colpe non si scompone. Risponde: " Perché, o eretico, lasci da parte la causa (di cui si sta trattando) e te la prendi con l'uomo (che la difende)? Che cosa sono io? Che cosa sono? Sono forse io la "Cattolica"?... A me basta essere in essa " 5.
Nel suo apostolato si propone di mostrare a tutti quale sia il cuore materno della Chiesa, e lo fa con tanta tenerezza e tanto lirismo da commuovere 6. Si potrebbe riassumere il programma del suo apostolato in questa esortazione: " Amiamo il Signore Dio nostro, amiamo la sua Chiesa: Dio come padre, la Chiesa come madre. Ma tra Dio e la Chiesa c'è un matrimonio, stretto da un grande amore: nessuno può offendere la sposa e aver l'amicizia dello sposo " 7.
Dall'amore per la Chiesa nasce il rispetto per la tradizione e la sottomissione all'autorità dei concili e del papa. Riguardo a quest'ultimo punto si deve rilevare che Agostino ha una grande venerazione per il vescovo di Roma, successore di Pietro, il quale ha ricevuto " quella supremazia di apostolato che è da anteporsi a qualunque episcopato " 8. Scrivendo al papa Bonifacio, lo ringrazia perché si degna, nonostante l'alta sua autorità (" per quanto più alto sia il posto da cui presiedi "), di essere amico degli umili 9. Celebre, poi, il suo atteggiamento nella controversia pelagiana. Le decisioni di due concili africani, di Cartagine e di Milevi, furono inviate a Roma. Alle lettere dei Padri del concilio Agostino ne aggiunse una sua, con la quale, spiega, non intendeva accrescere il largo fiume di sapienza del papa, ma solo chiedere l'approvazione e sapere se il suo ruscello, per quanto piccolo, promana dalla stessa fonte da cui ha origine il fiume 10. Il papa rispose come si conveniva alla sede apostolica 11 confermando la condanna. " La questione è ormai chiusa! - sentenziò solennemente Agostino - Voglia il cielo che una buona volta finisca anche l'errore " 12.