CAPITOLO TERZO

I TRATTATI

Possono e debbono essere divisi in tre sezioni: Commento a S. Giovanni, Esposizioni sui Salmi, Discorsi.

1. Commento a S. Giovanni

1. Commento al Vangelo. Sono 124 discorsi in parte pronunciati, in parte dettati. Vengono distinti in due gruppi: 1-54, 55-124. La data di composizione è molto discussa: il secondo gruppo è collocato nel 416 (Le Landais) o nel 418 (Zarb) o dopo il 419-420 (La Bonnardière); il primo nel 411 (De Ferrari), nel 413 (Zarb), nel 414 (Le Landais); La Bonnardière distingue: 1-16 nel 406-408, 17-54 dopo il 418.

Tutto il commento è di carattere pastorale ma straordinariamente ricco di contenuto teologico-filosofico e spirituale.

2. Commento all'Epistola di S. Giovanni ai Parti. Dieci discorsi sulla carità, di cui Giovanni " ha tessuto l'elogio, dicendo molte cose, anzi pressoché tutto " 1, tenuti durante le feste pasquali di un anno tra il 413 e il 418, interrompendo il commento al Vangelo. Quanto di più bello vi è sull'argomento nella patristica.

2. Esposizione sui Salmi.

L'opera più voluminosa di Agostino e più ricca di dottrina spirituale, l'unica esposizione completa sui Salmi della letteratura patristica. Abbraccia un arco di tempo che va dal 392 (1-32) al 416 o, secondo altri, per il Salmo 118 a dopo il 422. Si divide in due classi: esposizione " dettate " ed esposizioni predicate. Quelle "dettate " si suddividono in tre gruppi 2: brevi note esegetiche (i salmi 1-32, fatte poche eccezioni), esposizioni più ampie (67, 71, 77, ecc.), omelie destinate ad essere lette al popolo (32 sul salmo 118). Tutte le altre sono discorsi tenuti al popolo in diverse città, prevalentemente a Cartagine. Non offrono un'interpretazione storico-filologica, ma teologico-spirituale, fondata sulla dottrina del Christus totus: nei Salmi si ode la voce di Cristo, della Chiesa, dei singoli fedeli 3. Il contenuto spazia su tutti i grandi temi della dottrina cristiana, dalla filosofia alla teologia, alla dottrina spirituale, alla mistica. Particolarmente sviluppati i temi del corpo mistico, delle due città, delle ascensioni verso Dio, alle quali il tono lirico dei Salmi danno le ali. Il testo commentato è quello dei Settanta rivisto dallo stesso Agostino.

3. Discorsi.

Frutto della predicazione durata ininterrottamente per quasi quarant'anni. La biblioteca d'Ippona doveva conservarne moltissimi, forse tre-quattromila, dei quali una gran parte, probabilmente non rivisti dall'autore e non pubblicati, sono andati perduti. I Maurini ne accolsero 363, divisi in quattro classi (sulla Scrittura, sui tempi liturgici, sui Santi, su argomenti vari), altri ne giudicarono dubbi, altri ancora spuri; il Morin inoltre ne ritenne autentici e ne pubblicò 138 4, su alcuni dei quali altri studiosi avanzarono dubbi 5; il Lambot infine ne ha pubblicati altri ancora 6: tutti insieme poco più di 500. Ad opera di Lambot il CCL ha intrapreso una nuova ed. critica 7. Nel corso di quest'ultimi anni altri discorsi autentici sono stati fortunatamente ritrovati da eccellenti studiosi, quali P.-P Verbraken, R. Étaix, F. Haffner, I. Fransen, E. Dekkers, F. Dolbeau.

Il contenuto è vario e ricco, abbraccia tutti i temi della Scrittura e della liturgia e serve di prezioso commento alle grandi opere di dommatica e di esegesi. Sono modello di eloquenza popolare, chiara insieme e profonda, vivace e incisiva, immediata ed efficace.

Meritano di essere qui ricordati alcuni discorsi sulla cui autenticità si è discusso e che gli editori hanno pubblicato a parte:

1. Sermo de urbis excidio, tenuto recenti excidio tantae urbis, quindi il 410 o poco dopo: contiene l'espressione del dolore e le speranze per l'accaduto, e la spiegazione dell'utilità delle tribolazioni. Forma e contenuto sono agostiniani.

2. Sermo ad catechumenos de symbolo, di data incerta: spiegazione del simbolo 8. Gli altri tre discorsi sul simbolo, che nei mss. come negli stampati seguono a questo, non sono agostiniani: vengono attribuiti, da alcuni, al vescovo di Cartagine Quodvultdeus 9.

3. Sermo de disciplina christiana (di data incerta): sul vero amore di Dio e del prossimo che costituisce la somma dei precetti cristiani.

4. Sermo de utilitate ieiunii, ricordato da Possidio 10, tenuto forse nel 411 11. Sulla natura del digiuno cristiano: polemica contro i manichei e accorato appello ai donatisti.