Le fonti letterarie degli scritti sono due e ambedue incomplete: le Ritrattazioni di Agostino e l'Indicolo di Possidio. Agostino pensava alle Ritrattazioni già nel 412 1, ma vi pose mano solo nel 426-427 2. Fu un lungo e minuzioso esame di coscienza su tutta la sua produzione. La divise, secondo il genere letterario, in libri, lettere e trattati. Poté recensire solo i libri: trovò che erano 232 suddivisi in 93 opere, che recensì per ordine cronologico affinché il lettore potesse conoscere " come scrivendo avessi fatto progressi " 3. Gli mancò il tempo di recensire le lettere e i trattati che costituiscono una grande parte, anche se non la principale, della sua produzione. Oltre il valore bibliografico le Ritrattazioni hanno altri valori non meno grandi: quello dottrinale (offre la chiave per leggere le opere e per conoscere l'ultimo pensiero di Agostino) e quello autobiografico di cui abbiamo detto 4.
Possidio aggiunse alla Vita di Agostino un'elenco delle sue opere 5: ne indicò, tra libri, lettere e trattati, 1030; " senza quelle - aggiunge - che non si possono numerare, perché non vi ha apposto nessun numero ". Si riferisce probabilmente al catalogo delle opere esistenti nella biblioteca d'Ippona 6, dal quale tanto l'Indicolo che le Ritrattazioni dipendono. Pur con le sue lacune e qualche svista è un documento prezioso.
Nell'esporre le opere agostiniane conserveremo la distinzione del genere letterario stabilita da Agostino - opere e libri, in lettere, in trattati - ma adotteremo, per comodità dei lettori, l'ordine sistematico, distinguendo le prime in opere autobiografiche, filosofiche, apologetiche, dommatiche, morali-pastorali, monastiche, esegetiche, polemiche 7.