PARTE SESTA: IL PENSIERO SPIRITUALE

CAPITOLO PRIMO

ASPETTI QUALIFICANTI DELLA SPIRITUALITÀ AGOSTINIANA

Anche la dottrina, anzi soprattutto questa, è ampia, profonda, illuminante: Agostino è un grande maestro di vita spirituale che ama guidare il suo gregge e i suoi lettori a scoprire gli inesauribili tesori della perfezione cristiana. Non potremmo fare che accenni, rimandando alle opere indicate sopra e alle altre molte che Agostino scrisse. Del resto nelle opere agostiniane non si trova mai solo teologia e filosofia ma anche, sempre, dottrina spirituale.

Questa si può esporre in più modi, o ricordandone le qualità o illustrandone i temi. Nel primo caso, bisognerebbe parlare degli aspetti che la distinguono, che sono: trinitario, cristologico, ecclesiologico, antropologico, escatologico, biblico. Nel secondo, seguire Agostino mentre costruisce pietra su pietra l'edificio della vita spirituale, ne ricorda le aporie, ne consolida i fondamenti, ne mostra la sintesi, ne indica le vette.

Il primo modo ricollega la vita spirituale ai grandi misteri cristiani e apre gli immensi orizzonti della rivelazione sui quali il vescovo d'Ippona spaziò a suo agio, il secondo ne indica la struttura e le grandi ascese.

Per essere completi bisognerebbe parlare dell'uno e dell'altro. Non potendolo fare estesamente nei due modi, dedicherò un accenno al primo e mi soffermerò un po' più a lungo sul secondo.

Gli aspetti qualificanti della spiritualità agostiniana nascono tutti dalle relazioni profonde che legano la spiritualità ai misteri della rivelazione cristiana. Essi, questi misteri, entrano tanto profondamente nella vita spirituale che questa non sarebbe specificatamente cristiana, né crescerebbe verso la perfezione, se non trovasse in essi la luce, la forza, l'alimento, la gioia. Agostino lo ha illustrato e ridetto in tutti i toni e in tutti i modi.

1) Prima di tutto il mistero trinitario. Il lettore di queste pagine rilegga quelle profonde e luminose del vescovo d'Ippona sulla Trinità. Ne ho detto qualcosa sopra. Qui val la pena di ricordare, ancora una volta, la sua esperienza, citando alcune parole della bella preghiera che chiude quell'opera 1. Vi si dice: " Dirigendo la mia attenzione verso questa regola di fede - la fede trinitaria -, per quanto ho potuto, per quanto mi hai concesso di potere, ti ho cercato e ho desiderato di vedere con l'intelligenza ciò che ho creduto, ed ho molto disputato e molto faticato. Signore mio Dio, mia unica speranza, esaudiscimi e fa' sì che non cessi di cercarti per stanchezza ma cerchi sempre la tua faccia con ardore. Dammi tu la forza di cercare... Davanti a te sta la mia forza e la mia debolezza: conserva quella, guarisci questa... Fa' che mi ricordi di te che ami te. Aumenta in me questi doni, fino a quanto tu mi abbia riformato interamente... ".

Questa preghiera rivela meglio di ogni altro argomento l'aspetto essenzialmente trinitario della spiritualità agostiniana e il suo orientamento decisamente contemplativo.

2) L'altro aspetto, non meno essenziale, è quello cristologico, che deriva, poi, dal primo. Cristo infatti è la rivelazione del Padre e la via per tornare al Padre. In lui il Padre ci ha dimostrato " quanto ci ha amato e quali ci ha amati; quanto ci ha amato, cioè con amore infinito, perché non disperassimo; quali ci ha amati, cioè mentre eravamo peccatori, perché non insuperbissimo " 2. Cristo è tutto, per noi: via e patria, via come uomo, patria come Dio; per mezzo di lui andiamo a lui 3. " La nostra scienza è Cristo, la nostra sapienza è lo stesso Cristo. È Lui che introduce in noi la fede che concerne le cose temporali, Lui che ci rivela le verità concernenti le cose eterne. Per mezzo di Lui andiamo a Lui, per mezzo della scienza tendiamo alla sapienza senza mai allontanarci, tuttavia, dal solo e medesimo Cristo in cui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza4.

Per capire tutta la portata di questo testo occorre tener presente il posto che occupa nel pensiero agostiniano il binomio scienza e sapienza, un binomio che abbraccia tutta la vita e resta in ogni caso fondamentale per l'antropologia.

Infatti " alla sapienza appartiene la conoscenza intellettiva delle cose eterne, alla scienza invece la conoscenza razionale delle cose temporali " 5. Posta questa distinzione, è chiaro che la contemplazione appartiene alla sapienza, non alla scienza; ma la scienza, se non vuole essere deviante, deve condurre alla sapienza.

3) La centralità di Cristo porta con sé la centralità della Chiesa, che è la terza prerogativa della spiritualità agostiniana, pur essa essenziale oltre che indispensabile.

Non è il caso di esporre qui l'ecclesiologia agostiniana così ampia e profonda da costituire, con la dottrina del Christus totus, il centro del suo pensiero teologico. Qui basti ricordare le due prerogative della Chiesa che egli mette particolarmente in rilievo: la Chiesa è maestra, la Chiesa è madre. Perché maestra, dobbiamo ascoltarla con pia e fedele devozione; perché madre, dobbiamo amarla con tutto l'affetto del cuore. Così fece Agostino, e così insegnò a fare.

" Amiamo il Signore Dio nostro - dice al suo popolo -, amiamo la sua Chiesa: Dio come padre, la Chiesa come madre... nessuno può offendere la sposa e meritare l'amicizia dello sposo " 6. È appunto questo amore che dà la misura dei doni dello Spirito Santo, e perciò del progresso nella perfezione cristiana.

Agostino non ha dubbi: " Siamo convinti, o fratelli, che uno possiede lo Spirito Santo nella misura in cui ama la Chiesa di Cristo " 7.

Dall'amore nasce la disponibilità al servizio che Agostino considera l'impegno fondamentale del cristiano, impegno che conduce alle forme più alte dell'eroismo. Ne diede egli stesso l'esempio e ne illustrò la natura nei riguardi soprattutto del sacerdozio 8.

4) Altro aspetto della spiritualità agostiniana che costituisce il clima e, per dir così, la molla occulta delle ascensioni interiori, è la grazia che restaura nell'uomo l'immagine di Dio, scolorita, oscurata, deformata, ferita, asservita dal peccato. L'uomo immagine di Dio è il punto d'incontro della filosofia, teologia, spiritualità del vescovo d'Ippona. Su questo argomento vertono molte pagine della Trinità (particolarmente i ll. 14º e 15º) e tutta la controversia pelagiana sulla natura della giustificazione e la necessità della grazia adiuvante.

Su questa linea dell'immagine di Dio, " stampata immortalmente nella natura dell'anima " 9 ma deturpata dal peccato e bisognosa di rinnovamento, si svolge tutto il cammino della vita spirituale dal momento della giustificazione fino alle vette della contemplazione. Infatti la somiglianza dell'immagine al suo esemplare, che è Dio-Trinità, non sarà perfetta se non quando sarà perfetta la visione di Dio 10, verso la quale è orientata la nostra vita e, in maniera più specifica, la preghiera contemplativa.

5) Ne segue - e vale la pena di mettere in rilievo quest'altro aspetto su cui Agostino ha insistito non meno che sugli altri - che la vita e la spiritualità cristiana hanno una dimensione essenzialmente escatologica. Questa dimensione egli diede alla grande opera sulla Città di Dio, che è la Chiesa, la quale " dallo stesso Abele, il primo giusto ucciso dall'empio fratello, e successivamente fino alla fine di questo mondo, avanza pellegrinando tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio " 11.

La stessa dimensione diede anche all'opera catechistica sul Modo di catechizzare i principianti, destinata ad insegnare ai neofiti come " ascoltando credano, credendo sperino, e sperando amino " 12.

Del resto questa dimensione è insita nella natura stessa della giustificazione, la quale è essenzialmente, se non esclusivamente, escatologica. Sarà infatti piena e totale quando tutto l'uomo, corpo compreso, sarà partecipe della beata immortalità e della indefettibile visione di Dio.

A questa traiettoria escatologica si conforma, con varietà di particolari e profondità di intuizione, tutta la dottrina spirituale del vescovo d'Ippona.

6) Non vorrei terminare questo rapido accenno dedicato agli aspetti, che ritengo qualificanti, della spiritualità agostiniana senza indicare quello biblico, che anima e colora di sé tutti gli altri ed é, forse più degli altri, modernissimo. La spiritualità agostiniana è biblica nel senso più forte della parola, non solo perché si alimenta costantemente della meditazione della Scrittura - si sa quale commovente passione avesse Agostino per questa meditazione a cui dedicava tutti i momenti liberi del suo tempo e di cui ci ha lasciato indimenticabili esempi nelle Confessioni 13 -, ma anche perché trae dalla Scrittura l'esempio delle virtù e lo specchio della vita 14 e ne segue il movimento che converge tutto verso il Cristo e verso la carità. La Scrittura infatti ha due temi fondamentali: " Narra Cristo e raccomanda la carità " 15.