LETTERA 251

Scritta dopo il 395.

Agostino informa Pancario ch'egli è disposto ad ascoltare solo le accuse dei cattolici non degli eretici contro il prete Secondino.

AGOSTINO INVIA CRISTIANI SALUTI A PANCARIO, SIGNORE DILETTISSIMO MERITAMENTE ONORANDO FIGLIO

1. Poiché prima che la Pietà tua arrivasse a Germanicia, il prete Secondino era ben accetto agli abitanti di quel borgo, non so per qual motivo è avvenuto che ora, mio carissimo signore e meritamente onorando figlio, sono pronti - come tu hai scritto - ad accusarlo di non so quali colpe. Noi tuttavia non possiamo affatto disinteressarci d'una colpa che sembra rinfaccino al prete, solo se coloro i quali la rinfacciano sono cattolici. La ragione è che le accuse degli eretici contro un prete cattolico non possiamo né dobbiamo accettarle. La tua Prudenza quindi faccia anzitutto in modo che non ci siano degli eretici dove non ce n'erano prima della tua venuta, e poi esamineremo la questione del prete come si conviene che sia esaminata. Ma dato che mi sta molto a cuore il tuo bene e la tua stima e poiché gli abitanti di Germanicia appartengono alle cure dell'umile mia persona, ti esorto, poiché me lo consenti, di farmi conoscere con sincerità che cosa hai ottenuto dai gloriosissimi Imperatori e quali diritti hai fatto valere presso i giudici competenti e ciò perché appaia a tutti che tu non agisci contro le leggi e senza aver ordini, e inoltre affinché, per causa d'una questione sorta tra voi, che litigate per una possessione, non vengano molestati di nuovo gli stessi miseri e, danneggiati più gravemente, non vadano completamente in rovina. Nello stesso tempo ti raccomando pure di non lasciar saccheggiare e devastare la casa del suddetto prete, poiché mi è stato riferito ch'è intenzione, di non so quali individui, di abbattere la sua chiesa; io però non credo che ciò possa essere permesso dalla Pietà tua.