LETTERA 235

Scritta dopo il 395.

Agostino, lieto che Longiniano desideri essere istruito (n. 1), gli chiede qual bisogno abbia di sacrifici purificatorii chi è già protetto dalle forze divine (n. 2).

AGOSTINO A LONGINIANO

Gode che Longiniano voglia essere istruito da lui.

1. Ho raccolto il frutto della mia lettera, cioè la risposta inviatami dalla tua Benevolenza, risposta dalla quale vedo già spuntata e sorta la sementa di una grande discussione su questo importante argomento: era proprio questo ciò che desideravo prima e che poi desidero ancora, se Dio ci aiuterà, che cioè questa nostra discussione, una volta cominciata, si concluda come si deve e in modo utile alla salvezza dell'anima. Perciò accolgo ben volentieri questa circospezione nell'anima d'un pagano, per cui hai creduto opportuno di non negare e di non affermare nulla con leggerezza su Cristo. Quanto poi al desiderio di essere istruito coi miei scritti su tale argomento, non mi rifiuterò affatto, anzi non cesserò di assecondare questo tuo lodevole e a me carissimo desiderio. Ma prima è necessario chiarire in qualche modo ciò che tu dici degli antichi misteri per avere il tuo preciso pensiero al riguardo. Nella tua lettera tu affermi: " La via migliore per giungere a Dio è quella sulla quale s'affretta a camminare con lo slancio dell'anima e dell'intelligenza chi è buono ed è stimato per ciò che dice e per ciò che fa conforme alla pietà, alla purità, alla giustizia, alla castità, alla sincerità senza subire mai alcuna scossa per il mutamento dei tempi, protetto dalla scorta degli dèi e naturalmente accetto alle potenze divine ossia alle innumerevoli potenze dell'unico, universale, incomprensibile, ineffabile, infaticabile Creatore, le quali - come è vostra usanza particolare - voi chiamate Angeli o un'altra qualunque natura inferiore a Dio o derivante da lui o inseparabile da lui o che porta a lui ". Dopo queste espressioni che riconosci tratte dalla tua lettera tu soggiungi: " Questa è la via per la quale gli uomini, purificati in virtù di pie prescrizioni degli antichi riti sacri e resi buoni mediante espiazioni sommamente atte a purificare e mediante le pratiche dell'astinenza, corrono speditamente senza vacillare nell'anima e nel corpo " 1.

Inutili per un virtuoso i riti espiatorii.

2. Da queste tue espressioni comprendo, se non sbaglio, che a tuo parere non è sufficiente che, nella via che conduce a Dio, una persona buona per parole e azioni pie, pure, giuste, caste e sincere si renda accetta agli dèi, protetta dalla scorta dei quali possa camminare alacremente per giungere al sommo Dio creatore di tutte le cose, qualora non si sia purificata anche mettendo in pratica i pii precetti e compiendo le espiazioni degli antichi riti sacri 2. Vorrei quindi sapere che cosa pensi debba essere purificato in chi è accetto agli dèi e, per mezzo di essi, all'unico sommo Dio vivendo in modo pio, giusto, puro e sincero. Se, infatti, deve ancora purificarsi, vuol dire che non è puro; e non essendo puro, vuol dire che non vive in modo pio, giusto, puro e sincero. Se invece già vive così, è già puro. Che bisogno ha dunque di purificarsi con riti espiatori chi è già puro? Qui sta il nodo della nostra discussione, una volta sciolto il quale vedremo le conseguenze logiche. Ci si chiede cioè: deve uno vivere bene per purificarsi con riti espiatori, oppure deve purificarsi per vivere bene? Oppure, quale che sia il suo grado di perfezione morale, una persona non può essere in grado d'arrivare alla felicità eterna che riceviamo da Dio, se non s'aggiunge l'aiuto delle pratiche espiatorie? Oppure le pratiche rituali sono, per così dire, una parte del ben vivere, sicché cioè vivere rettamente e vivere santamente non siano due cose diverse, ma la vita retta è compresa entro l'ambito della vita santa? Non ti rincresca, di grazia, di farmi sapere in una lettera quale di queste quattro ipotesi sia a tuo parere la più giusta. Poiché è di somma importanza, per ciò che ci siamo impegnati a trattare tra noi per mezzo della corrispondenza epistolare; e ciò per evitare che, mentre sono tutto intento a confutare opinioni che non sarebbe necessario confutare come se fossero tue, mentre non lo sono affatto, si perda del tempo necessario in cose superflue. Non voglio quindi sovraccaricare la presente, per avere la possibilità, appena che mi avrai risposto, di proseguire la trattazione degli altri argomenti.