LETTERA 168

Scritta nel 415.

Timasio e Giacomo ringraziano Agostino per il libro su La natura e la grazia, scritto per loro contro l'opuscolo di Pelagio che difendeva la natura non senza ostilità contro la grazia.

TIMASIO E GIACOMO SALUTANO NEL SIGNORE IL LORO SANTISSIMO SIGNORE E VENERANDO PADRE AGOSTINO, VESCOVO

Girolamo benemerito della cultura ecclesiastica.

1. Noi, santissimo signore e venerando padre, siamo stati talmente rianimati e ricreati dalla grazia di Dio comunicataci per mezzo della tua parola, che abbiamo esclamato tutt'e due: " Ha inviato la sua parola e li ha guariti 1". Effettivamente noi costatiamo che la Santità tua ha sottoposto il testo di quell'opera a un esame così diligente, da rimanere sorpresi che hai dato la risposta ad ogni particolare, sia sui punti che un cristiano deve rifiutare, detestare e fuggire, sia su quelli in cui l'autore, pur non sostenendo errori manifesti, ha tuttavia espresso mediante una non so quale astuzia l'opinione che la grazia di Dio dev'essere abolita. Ciononostante una sola cosa ci addolora a proposito del grande servizio che ci hai reso, che cioè questo tanto eccellente dono della grazia di Dio sia brillato troppo tardi ai nostri occhi. Poiché è capitato che fossero assenti alcuni ai quali, accecati dall'errore, era necessaria questa così chiara spiegazione della verità; ma non disperiamo che arrivi - anche se un po' tardi - la medesima grazia con l'aiuto di Dio il quale desidera che tutti gli uomini si salvino e giungano alla conoscenza della verità 2. Per parte nostra, noi che già da tempo, istruiti mediante lo spirito di chiarezza che tu possiedi, ci siamo liberati dalla schiavitù di quell'errore, ti ringraziamo adesso anche perché grazie alle spiegazioni più abbondanti dateci dalla Santità tua, con cui ci hai aperto la via, abbiamo conosciuto come insegnare con più facilità agli altri ciò che già da tempo abbiamo creduto. (E d'altra mano): La misericordia di Dio esalti la Santità tua conservandoti sempre in buona salute e memore di noi.