LETTERA 25

Scritta nello stesso tempo (c. 394).

S. Paolino di Nola fa grandi elogi ad A. per i cinque libri in difesa della fede Cristiana contro i Manichei, libri da lui chiamati "Pentateuco", ricevuti per il tramite di Alipio e chiede altre eventuali opere contro le eresie (n. 1-2); lo supplica di essere sua guida e suo maestro nell'ascesa cristiana, iniziata tardi, nel praticare la quale egli è ancora molto imperfetto (n. 3-4). Gli invia un pane in segno di concordia (n. 5).

PAOLINO E TERASIA PECCATORI AD AGOSTINO, SIGNORE E FRATELLO VENERABILE, COL QUALE SONO UNITI IN COMUNIONE DI SPIRITO

Il "Pentateuco" di A. contro i Manichei

1. La stessa carità di Cristo, che ci incalza 1 e pur lontani ci unisce mediante l'unità della fede, mi ha dato il coraggio di scriverti mettendo da parte il pudore e ti ha profondamente impresso nel mio cuore attraverso l'opera tua che, ricca dei tesori della cultura e della dolcezza che proviene dal miele celeste, tengo attualmente come medicina e nutrimento dell'anima nei cinque libri che per dono del nostro Alipio, benedetto e venerabile vescovo, abbiamo ricevuto non per la nostra istruzione soltanto, ma anche per l'utilità della Chiesa di molte città. Questi libri dunque io ho attualmente a disposizione per la lettura, di essi mi delizio, da essi traggo il mio cibo, non quello che perisce 2, ma quello che dà la garanzia della vita eterna mediante la nostra fede, per la quale veniamo a far parte del corpo di Gesù Cristo nostro Signore: giacché la nostra fede che, trascurando le cose visibili, anela a quelle invisibili 3, mediante la carità (che tutto crede 4 conforme alla verità di Dio Onnipotente) è corroborata dagli scritti e dagli esempi dei fedeli. O vero sale della terra 5, dal quale i nostri cuori vengono premuniti contro la corruzione, affinché, pur vivendo a contatto con gli errori di questo mondo, non possano abbandonarsi alla dissipazione! O lucerna degnamente posta sopra il candelabro 6 della Chiesa che ampiamente effondendo sulle città cattoliche la luce alimentata dall'olio letificante della settiforme lampada, dissipi (per quanto dense esse siano) le tenebre degli eretici e con lo splendore della tua parola chiarificatrice fai brillare la luce della verità dalla confusione delle tenebre!

Chiede altre opere di A. contro le eresie.

2. Tu vedi, o fratello che formi con me un'anima sola, ammirabile ed amabile in Cristo Signore, quanto intimamente io ti conosca, con quanto stupore ed ammirazione io ti consideri, di quanto affetto ti circondi io che ogni giorno godo del colloquio coi tuoi scritti e mi pasco del soffio di spiritualità che esce dalla tua bocca. Giacché a buon diritto io potrei dire che la tua bocca è un canale d'acqua viva ed una vena della sorgente eterna, poiché Cristo è diventato in te una sorgente d'acqua zampillante per la vita eterna 7. Per il cui desiderio l'anima mia ha sete di te 8, e la mia terra brama d'essere inebriata dall'abbondanza del tuo fiume 9. Perciò, dopo avermi con questo tuo Pentateuco sufficientemente armato contro i Manichei, se hai preparato qualche difesa anche contro gli altri nemici della fede cattolica (poiché il nostro nemico, che ha mille astuzie per nuocerci 10, dev'essere vinto con armi tanto varie quanto lo sono le insidie con cui ci assale) non rifiutarti ti prego, di trarle fuori per me dal tuo arsenale e di fornirmele come armi di giustizia. Sono infatti un peccatore, ancora adesso travagliato sotto un grave carico, veterano nel numero dei peccatori ma fresco coscritto nella spirituale milizia dell'eterno re. Finora io, infelice, ho ammirato la sapienza del mondo, ed a causa di questi inutili studi letterari e di questa falsa saggezza sono stato stolto 11 e muto per quanto riguarda Dio. Ma dopo essere invecchiato fra i miei nemici 12 ed aver vaneggiato nei miei ragionamenti 13, ho alzato i miei occhi ai monti 14, guardando ai precetti della legge e ai doni della Grazia, donde m'è giunto l'aiuto da parte del Signore il quale, non retribuendomi secondo le mie iniquità 15, ha illuminato la mia cecità, ha sciolto le mie catene 16, ha umiliato la mia malvagia superbia, per innalzarmi dopo avermi santamente umiliato.

Supplica A. di essere la sua guida spirituale.

3. Seguo pertanto con passi ancora ineguali le grandi orme dei giusti per vedere se possa raggiungere coll'aiuto delle vostre preghiere la meta cui sono destinato per la misericordia di Dio che mi ha chiamato a sé. Sorreggi dunque questo fanciulletto che striscia ancora per terra e insegnagli a camminare seguendo i tuoi passi. Non voglio infatti che tu giudichi la mia età dalla nascita del mio corpo anziché da quella del mio spirito. Giacché la mia età secondo la carne è ormai quella che aveva colui che fu risanato dagli Apostoli presso la porta "Bella" 17 in virtù della parola divina. Ma quanto alla nascita spirituale ho ancora l'età di quegl'Infanti che, immolati dalle spade dirette a colpire Cristo 18, col loro degno sangue anticiparono la vittima dell'Agnello e furono presagio della passione del Signore. Pertanto educa con le tue parole me che, come un bambino ancora infante per quanto riguarda la parola di Dio e lattante per la vita spirituale, ardentemente anelo alle mammelle della fede, della sapienza e della carità. Se consideri il nostro comune ministero, tu sei mio fratello; se [invece consideri] la maturità del tuo spirito e della tua intelligenza tu sei mio padre (anche se forse sei più giovane di età) poiché una veneranda saggezza ti ha elevato pur giovane ad una piena maturità di meriti e all'onore che è proprio degli anziani. Nutri dunque e fortifica nelle sacre Lettere e negli studi spirituali me che da poco tempo, come ho detto, mi ci dedico, e perciò, dopo lunghi pericoli e molti naufragi, privo di esperienza a fatica emergo dai flutti di questo mondo: tu, che stai già saldamente sulla terraferma, accoglimi nel tuo grembo sicuro affinché, se me ne ritieni degno, possiamo navigare insieme nel porto della salvezza. Intanto, mentre cerco di sfuggire ai pericoli di questa vita e all'abisso dei peccati, sostienimi con le tue preghiere come su d'una tavola affinché, spoglio di tutto, possa scampare da questo mondo come da un naufragio.

Desiderio di perfezione.

4. Infatti proprio per questo ho avuto cura di spogliarmi dei carichi e degli abiti che mi aggravavano: per potere cioè, libero da ogni rivestimento carnale e da ogni preoccupazione per il domani 19, secondo l'ordine e l'aiuto di Cristo, salvarmi nuotando al di sopra di questo mare tempestoso che ci separa da Lui a causa dei peccati che latrano tra noi e Dio. Né io mi glorio di aver condotto a termine questo disegno; giacché anche se potessi gloriarmene, lo farei nel Signore 20 cui appartiene di condurre a compimento quello che è alla nostra portata di volere 21; ma la mia anima ancora brama desiderare i precetti di Dio 22. Vedi dunque quando potrà realizzare la volontà di Dio colui che ancora desidera [avere] lo stesso desiderio. Tuttavia, per quanto sta in me, io ho amato lo splendore della casa santa 23 e, per quanto fu in me, io avevo scelto d'essere all'ultimo posto nella casa del Signore 24. Ma a Quello stesso, cui piacque di prescegliermi fin dal seno di mia madre 25 e di trarmi alla Sua grazia distogliendomi dagli affetti della carne e del sangue, è piaciuto sollevare dalla terra 26 e dall'abisso della miseria e trarre fuori dal fango dell'impurità me 27, sebbene privo di ogni merito, per collocarmi tra i principi del suo popolo 28 e mettermi a parte della tua sorte, in modo che, associato a te per dignità, fossi messo sullo stesso tuo piano, per quanto tu sia superiore per meriti.

Invia un pane in segno di cristiana concordia.

5. Non dunque per mia presunzione, ma poiché così è piaciuto a Dio nei suoi provvidenziali disegni, rivendicando per me il vincolo della tua fratellanza io mi ritengo degno d'un onore così grande, sebbene non lo sia; perché so con certezza che tu, data la tua santità, non hai un concetto superbo di te, ma ti adatti agli umili 29: e questa è sapienza unita a verità. E perciò spero che accetterai prontamente e dal profondo del cuore l'affetto nutrito per te dalla nostra umile persona, affetto che in verità confido che tu abbia già accettato tramite il beatissimo vescovo Alipio, nostro padre, poiché di tanto ci degna. Giacché Egli ti ha dato indubbiamente nella sua persona l'esempio di un amore per noi anteriore alla conoscenza diretta e superiore ai nostri meriti; lui che, per lo spirito della vera carità, che dovunque penetra e si effonde, ha potuto vedere mediante l'affetto e raggiungere con le sue parole noi a lui sconosciuti e divisi da un così grande tratto di terra e di mare. Egli, attraverso il prezioso dono dei libri, di cui sopra ho parlato, ci ha dato la prima prova del suo affetto e il primo pegno della tua carità. E crediamo che, con uno zelo pari a quello con cui s'è adoperato in modo che noi non potessimo amare fiaccamente la tua Santità (conosciuta non soltanto attraverso le sue stesse parole ma più pienamente attraverso la tua eloquenza e la tua fede), egli si sia adoperato perché tu ci ami a tua volta moltissimo a somiglianza di lui. Ci auguriamo che la grazia di Dio rimanga per sempre con te come ora, o fratello unanime in Cristo Signore, venerabile ed amatissimo: salutiamo con affetto unanime, ardentissimo e fraterno tutta la tua casa e ogni cooperatore ed imitatore nel Signore della tua santità. Ti preghiamo di benedire accettandolo un pane che abbiamo mandato alla tua Carità come segno di unità di spirito.