(Erfurt 3 = Sermone 350/E)

Discorso di sant'Agostino vescovo

Su lo scambio di beni tra pastori e fedeli

Il sostentamento dei predicatori.

1. L'Apostolo dice: Chi viene istruito nella parola, sia in piena comunione di beni con chi lo istruisce 1, dando così quell'ammonimento che egli stesso in un altro brano, chiamando a testimone la legge, conferma, che cioè non si deve mettere la museruola al bue che trebbia. Dice infatti: I presbiteri siano oggetto di un doppio onore, soprattutto quelli che lavorano per la predicazione e l'insegnamento. La Scrittura, infatti, dice: «Non metterai la museruola al bue che trebbia! » 2. Questo scrive a Timoteo; ai Corinzi, invece, quando si occupava di questo argomento e spiegava che un compenso era a lui legittimamente dovuto, ma che non lo pretendeva, diceva: Chi mai presta servizio militare a sue spese? Chi pianta una vigna e non mangia del suo frutto? Chi pascola un gregge e non prende il latte del gregge? Infatti nella legge di Mosè è scritto: Non metterai la museruola al bue che trebbia. Forse che a Dio importa dei buoi? O lo dice per noi? Infatti è stato scritto per noi, perché chi ara deve arare con la speranza e, trebbiando, deve sempre farlo con la speranza di avere una parte. Se noi seminiamo per voi beni dello spirito, è una gran cosa se raccogliamo i vostri beni materiali? Se altri partecipano di ciò che è vostra proprietà, quanto più noi? Ma non abbiamo usato di questo diritto 3.

I beni spirituali e quelli materiali.

2. Poiché le cose stanno così, carissimi fratelli, dal momento che nessuno dei fedeli e dei buoni figli della chiesa dubita che ai servi e a ministri di Dio, dispensatori dei beni dello spirito, si debbano offrire con il dovuto ossequio i beni materiali di cui è necessario servirsi, potrebbe sembrare strano che quegli stessi beni materiali che vengono offerti siano seminati non nella carne ma nello spirito. Quando scrive ai Galati, come ho ricordato poco sopra, l'Apostolo dice: Chi viene istruito nella Parola di Dio, sia in piena comunione di beni con chi lo istruisce, continuando poi aggiunge: Non illudetevi: Dio non può essere ingannato. L'uomo raccoglierà ciò che avrà seminato: chi avrà seminato nella carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi avrà seminato nello spirito, dallo spirito raccoglierà vita eterna. Non perdiamoci d'animo nel fare il bene: raccoglieremo al momento opportuno. Pertanto facciamo del bene a tutti, senza stancarci, adesso che ne abbiamo il tempo, e soprattutto a chi è a noi congiunto per la fede 4. Se dunque chi semina nella carne raccoglierà dalla carne corruzione, è evidente che quei beni materiali, che sono offerti come vitto agli amministratori di Dio, non si seminano nella propria carne, dal momento che da ciò non si raccoglie corruzione, ma vita eterna, come dice il Signore: Infatti ho avuto fame e mi avete dato da mangiare 5, e risponde a chi lo interroga: Quando l'avete fatto al più piccolo dei miei, l'avete fatto a me 6, indicando alla fine la ricompensa stessa: E così gli empi se ne andranno nel fuoco eterno, i giusti invece nella vita eterna 7. Quelli che danno il cibo all'affamato e la bevanda all'assetato offrono a Cristo, nei più piccoli di Cristo, i beni della carne, secondo quanto dice l'Apostolo: È una gran cosa se raccogliamo i vostri beni della carne 8, e tuttavia, pur seminando beni materiali, raccolgono dallo spirito la vita eterna, non certo nella loro carne ma nello spirito. Non vale tanto quello che viene dato, quanto la disposizione d'animo con cui viene dato: quello che viene dato è un cibo terreno che, come ricorda il Signore, e la stessa realtà dimostra, passa nel ventre e va a finire nella fogna 9; si aggiunge però l'intenzione di chi dà in modo da seminare nello spirito qualcosa di materiale, e così una piccola porzione dei frutti della terra diventa prezzo del regno dei cieli.

Il bene materiale diventa spirituale...

3. Cos'altro sono queste, se non opere grandi e meravigliose di Dio? Si seminano beni dello spirito e si raccolgono beni della carne: cos'altro significa quel: Se abbiamo seminato per voi i beni dello spirito, è una gran cosa se raccogliamo i vostri beni della carne? 10Allo stesso modo si seminano beni della carne e si raccolgono beni dello spirito: cos'altro significa quel: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete il regno preparato per voi fin dall'origine del mondo; infatti ho avuto fame e mi avete dato da mangiare?  11 O venerabile scambio di cose sante! Si danno cose grandi e si ricevono cose piccole e, al contrario, per quelle stesse piccole cose ne vengono restituite di grandi, se davvero devono essere chiamate grandi le une e piccole le altre, come è grande il sole e piccola la luna, benché entrambi siano astri del cielo: qui invece non si deve fare questo confronto, come se si paragonasse una piccola stella al grande sole, perché anche in questo caso sono entrambi corpi celesti. Non sia mai che noi diciamo grande la dottrina della sapienza, che gli apostoli di Cristo predicavano, quasi che essa sia dello stesso genere dell'offerta benevole della mensa, che i credenti offrivano ai predicatori, anche se questa è piccola, in quanto quella consiste nell'illuminazione della mente, questa nel nutrimento del ventre; per quella è cosa da nulla superare il sole, e questa non può resistere sotto il sole. Se i beni dello spirito, che i santi maestri seminano, superano in incomparabilmente questi beni della carne che raccolgono dai fedeli devoti, che cosa si deve dire della vita eterna che verrà data alla fine come ricompensa preziosissima in cambio di questi beni di infimo valore? Allora infatti si vedrà Dio, a Lui si aderirà, di Lui si gioirà senza fine: Questa è la vita eterna, che conoscano te, unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo 12. Lo ha promesso apertamente quando ha detto: Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, mi ama; chi mi ama è amato dal Padre mio, e anch'io lo amerò e gli mostrerò me stesso  13. Dunque in cambio di queste cose terrene, esigue e temporali, in considerazione del fatto che il cibo dato ai più piccoli tra i suoi è dato a Cristo affamato, egli restituirà non qualcosa di suo, ma se stesso. Che gran vincitore sarà, nel giudizio, colui il cui premio sarà lo stesso giudice!

... perché Dio vuole così!

4. L'Apostolo, quando gli venivano offerti questi beni carnali per le sue necessità temporali, non si rallegrava per il proprio vantaggio, ben sapendo quale ricompensa sarebbe riservata a queste opere. Pertanto parlandone, dice: Non vado in cerca di quello che viene dato, ma ne desidero il frutto 14. Quell'operaio del campo del Signore, infatti, poteva prendere il cibo anche altrove, ma questo sarebbe stato un male per l'albero che restava sterile. Il Signore infatti nutrì Elia per mezzo di alcuni corvi, che lo servivano, e in seguito lo affidò ad una vedova perché fosse nutrito 15 non certo perché non ci fosse un altro mezzo, mediante il quale il servo di Dio potesse essere alimentato, ma perché ella avesse la possibilità di rendersi propizio il suo Signore. Dunque i dispensatori di Dio gioiscono quando seminano beni dello spirito e raccolgono quelli della carne, ma gioiscono non per la bramosia di quanto viene loro dato, ma per la carità di chi dona. Altrimenti sarebbero ben più felici coloro che, offrendo beni terreni, riceveranno alla fine beni celesti, di coloro che seminano i beni dello spirito e raccolgono quelli della carne. Ma dal momento che, ancora una volta, gli stessi beni della carne che raccolgono, tornano a vantaggio di quelli da cui li raccolgono, la carità abbraccia tutti con l'unico scopo che tutti regnino insieme senza fine. Da ciò deriva il fatto che Dio voglia istruire tutti i suoi figli per mezzo di una saggia amministrazione, operata da uomini, e sostentare i suoi amministratori attraverso un servizio prestato da altri uomini, in modo che, quando gli uni vanno in soccorso alle necessità degli altri, partoriscano benevolenza e diano alla luce beneficenza. Del resto Dio ha nutrito gli affamati, quando e come ha voluto, senza che nessuno offrisse qualcosa a un altro, così come ha nutrito Elia per mezzo degli uccelli del cielo o il popolo di Israele con la manna dal cielo 16, allo stesso modo può istruire gli ignoranti senza nessuna parola di uomini, come avvenne a Mosè, ad alcuni profeti e all'Apostolo che dice: Non da uomini né con la mediazione di un uomo 17 o come a quell'altro apostolo a cui viene detto: Sei beato, Simone Bar Iona, perché non te l'ha rivelato né la carne né il sangue, ma il Padre mio che è nei cieli 18. Egli dunque istruisce alcuni attraverso i quali possa istruire anche gli altri, e arricchisce alcuni attraverso i quali possa nutrire anche gli altri: pur potendo, senza opera d'uomo, sia insegnare a tutti che nutrirli, vuole che le opere di misericordia siano esercitate dagli uomini, in modo che uno si procuri, a motivo dell'indigenza temporale di un altro, il merito di un'abbondanza eterna. Elia viene inviato alla vedova per ciò che serve alla carne, lui a cui gli uccelli fornivano il cibo; si ordina al popolo di dare le decime ai leviti, che, tutti quanti, la manna aveva saziato 19; in seguito, ora un certo Zaccheo  20, ora una certa Marta 21 accolgono lo stesso Signore nostro fatto uomo per noi e nutrono, come se fosse un povero, lui che sazia molte migliaia di uomini con pochissimi pani 22. Allo stesso modo, nell'amministrazione dei beni spirituali, Anania accoglie Saulo, chiamato dal cielo, che deve essere istruito 23; un angelo, inviato a Cornelio, lo manda da Pietro 24; lo Spirito Santo scende su tutti e tuttavia costituisce alcuni maestri per gli altri 25. La debolezza, a livello temporale, rende i poveri necessari gli uni agli altri, perché la carità renda tutti ricchi e l'eternità tutti accolga alla fine del tempo.

Donare con una generosa intenzione

5. Pertanto, finché c'è il tempo, comprate il campo con il tesoro, comprate la perla dal candore eterno, che non si corrompe mai; ciò di cui parlo è il regno dei cieli annunciato nel vangelo dalla bocca del Signore 26. Lo comprarono i nostri padri e l'hanno lasciato a noi da comprarlo ancora. Da chi lo compra è conservato integro per chi lo comprerà; è comprato alternativamente da tutti e posseduto singolarmente da ognuno. Non vi tormenti la preoccupazione del prezzo: non è fatto in modo tale che chi è più ricco possa comprarlo facilmente e chi è più povero non possa acquistarlo: vale per quanto ciascuno possiede. Prese la metà dei beni del ricchissimo Zaccheo, ma non disdegnò le reti dei pescatori 27 e accettò le due monetine di una povera vedova; pesandole sulla bilancia della carità le trovò più pesanti del quelle offerte dai molti ricchi 28; non potrai tener lontano da questo commercio nemmeno un bicchiere di acqua fresca, se arde la carità di chi compra 29. Se qualcuno è privo di tutto, non si disperi: ami, e comprerà! Le intenzioni virtuose sono, in un certo modo, le grandi ricchezze dei poveri; cosa, infatti, è più preziosa della pace o dove tendiamo attraverso tutte le fatiche, se non alla pace eterna? Ascolta dunque al riguardo la testimonianza degli angeli che, appena nato il Salvatore, lodavano Dio e dicevano: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace agli uomini di buona volontà 30. Quest'ultima non si tira fuori dalla borsa o dalla dispensa: si conserva nel cuore, dal cuore viene distribuita; non si corrompe quando è conservata, né si disperde quando viene distribuita.