(Erfurt 2 = Sermone 350/D)

Discorso di sant'Agostino vescovo

Sulla misericordia talvolta severa

Le opere buone, frutto della fede.

1. Fare del bene al povero è frutto della fede, perché credere in Dio trascurando le opere di misericordia denota una fede infruttuosa. Come, infatti, inutilmente viene coltivato un albero sterile, inutilmente si annaffia una dura pietra e inutilmente si ara la sabbia riarsa, allo stesso modo non giova a nulla non negare ciò che è vero all'uomo che non vuole mettere a disposizione ciò che è buono. Giustamente è stato scritto che la fede senza le opere è morta 1 in se stessa, per cui coloro che hanno una tale fede sono paragonati ai demoni; infatti, a quei tali che si vantavano della loro fede ma evitavano di compiere opere buone, così l'apostolo Giacomo diceva: Tu credi che c'è un solo Dio, e fai bene: lo credono anche i demoni, e tremano 2; sembra dunque che non ci sia nessuna differenza tra il timore del demone tormentato e la grazia dell'uomo di fede, se non che le azioni dell'uno sono cattive e invece quelle dell'altro buone, pur derivando tutte da una stessa fede, come per azione della stessa acqua germogliano il groviglio delle spine e i frutti dell'uva.

Il bene più grande: piacere a Dio.

2. Un uomo di fede esercita la misericordia prima di tutto verso se stesso; lo prescrive anche la Scrittura quando dice: Abbi pietà della tua anima piacendo a Dio 3. In seguito la misericordia, crescendo, si estende verso il prossimo perché si adempia il precetto: Ama il prossimo tuo come te stesso 4. Pertanto la vera misericordia, che si esercita verso il prossimo, deve essere esercitata a questo fine, che anche il prossimo piaccia a Dio: a questo deve essere chiamato, a questo esortato, su questo educato e istruito. E infatti anche le stesse elemosine che si offrono per le necessità corporali e temporali della vita si devono fare con questo proposito e fine: perché quelli, a cui sono dedicate, amino Dio per dono del quale sono fatte. Anche il Signore ammonisce in proposito: Le vostre opere buone risplendano davanti agli uomini perché vedano il bene da voi fatto e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli 5. L'uomo di Dio, quindi, vaso santificato per un uso onorevole, utile al Signore, pronto per ogni opera buona 6, tutto quel che fa nella vita null'altro è se non un'opera di misericordia, sia verso se stesso, sia verso il prossimo. È dunque misericordioso verso se stesso, come abbiamo ricordato poco sopra, quando piace a Dio, e piace a Dio quando, in ciò che fa di bene, Dio gli piace e nel male, che sopporta, Dio non gli dispiace. Infatti anche l'Apostolo, parlando delle sue opere buone, diceva: Ho lavorato più di tutti loro, ma subito aggiungeva: però non io, ma la grazia di Dio che è con me 7. E Giobbe, nella sua tentazione e tribolazione, disse: Come è piaciuto al Signore, cosi è avvenuto. Sia benedetto il nome del Signore 8. Dunque uno è misericordioso verso il prossimo quando lo soccorre per quel che gli è possibile, in modo che anche quello, come lui, possa gustare la dolcezza di piacere a Dio.

Il soccorso ai bisognosi.

3. Mi ero proposto di parlare delle opere di misericordia, e potrebbe sembrare a qualcuno che mi sia allontanato dal mio proposito e volto ad altro; infatti non dico: Spezza per l'affamato il tuo pane, fa' entrare in casa tua il povero e il senzatetto; se vedi uno nudo, vestilo 9, e altre cose del genere. Queste opere certamente sono ritenute e chiamate elemosine in senso specifico, come se queste sole riguardassero le opere di misericordia; e certamente le riguardano, ma non sono le uniche, al punto che queste sono anzi quelle di minor conto, a meno che gli uomini non siano così sciocchi da pensare che coloro che offrivano agli apostoli beni materiali da raccogliere fossero più misericordiosi degli stessi apostoli che seminavano beni spirituali. Sia ben lontano dal pensare questo chi ascolta con intelligenza l'Apostolo che dice: Se abbiamo seminato per voi i beni dello spirito, è una gran cosa se raccogliamo i vostri beni materiali? 10 Osserva, inoltre, che genere di seminatore appaia nel dispensare i beni dello spirito quando dice: Così, bruciando di amore per voi, vogliamo darvi non solo il Vangelo di Dio, ma anche le nostre anim 11, e in un altro brano: Volentieri mi spenderò e mi offrirò per le vostre anime 12. Confronta ora chi spezza il suo pane per l'affamato e chi offre la sua anima per il credente; confronta chi per la vita temporale del povero spende oro e chi spende se stesso per la vita eterna del fratello. Se giustamente è chiamato ed è ritenuto misericordioso chi fa entrare nella sua casa il forestiero bisognoso di tutto e gli offre la sazietà con una mensa e il riposo con un letto, quanto più è misericordioso chi, richiamando indietro uno che vaga nelle vie dell'iniquità e accogliendolo, lo fa entrare nella casa di Dio e lo incorpora tra le membra di Cristo, dov'è restituito alla giustizia ed è rimesso in forze dal riposo, ormai sicuro del perdono dei peccati!

La severità può essere un'opera di misericordia.

4. Queste opere di misericordia, attraverso le quali avviene di piacere a Dio, sono di tanto anteposte dalla vera Legge della sapienza a quelle con cui si porge il nutrimento necessario all'indigenza del corpo, che nella maggior parte dei casi, quando le prime sono praticate con maggior accortezza, le seconde sono ignorate per una più grande misericordia. Infatti un uomo misericordioso, prima di tutto verso se stesso, ricordandosi del comando divino che dice: Abbi pietà della tua anima piacendo a Dio 13, per piacere a Dio digiuna spesso e, poiché gli viene ordinato di amare il suo prossimo come se stesso, dona il pane al prossimo affamato: in altre parole, egli lo nega a se stesso castigando il suo corpo e riducendolo in schiavitù perché non avvenga che, mentre predica agli altri, egli stesso sia trovato falso 14. Ma fare questo è forse un gesto di misericordia verso se stesso e di crudeltà verso l'altro? E come mai? Spesso dai genitori non viene dato il cibo ai bambini affamati per motivi di salute o per la severità dell'educazione o ancora per l'umiliazione connessa a un digiuno solenne che deve essere osservato da tutti: in tali circostanze i genitori non sono forse più misericordiosi nei confronti dei loro figli? I Niniviti, quando credendo a Dio si convertirono a Dio, non ne ebbero soltanto paura perché li aveva minacciati, ma anche sperarono in lui perché è misericordioso; osservarono il digiuno indetto per ordine del re con tanta umiltà da privare di cibo e bevanda anche il bestiame 15: erano forse crudeli nei confronti dei loro figli, anch'essi compresi in quell'insieme da cui non erano escluse nemmeno le mute bestie? Sicuramente a tanti, che a causa dell'età, non si rendevano conto di quello che stava accadendo e che lo chiedevano piangendo, il cibo veniva negato, in modo che anche per questo un dolore più forte umiliasse gli animi afflitti degli adulti e per questo tormento, rivolgendo al Signore un gemito ed innalzando una preghiera, ottenessero la salvezza non solo per se stessi, che digiunavano volontariamente, ma anche per i figli che essi costringevano. Di certo questa non fu una crudeltà dei padri e delle madri verso i figli, quanto piuttosto una grande espressione di misericordia, di una misericordia che però non spezzava il pane per l'affamato, ma lo sottraeva a chi lo implorava. Infine, cosa c'è di più misericordioso del Signore stesso, che fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti 16 e che, tuttavia, spesso non solo corregge i peccatori con il flagello della fame, ma mette alla prova anche la pazienza dei giusti, facendo provar loro la stessa esperienza? O forse non era misericordioso verso l'apostolo Paolo, proprio lui che con la fame, il freddo e la nudità 17 rendeva forte quel combattente, correggendolo come un padre, o non si indignava contro il popolo di Israele perché, quando questo aveva desiderato la carne, aveva coperto di uccelli il suo accampamento 18? Questi beni temporali e terreni vengono spesso dati come pena per quelli a cui sono dati, e spesso vengono negati per loro vantaggio: spesso Dio li toglie quando è propizio e li concede quando è adirato oppure, al contrario, spesso propizio li concede e adirato li toglie, a seconda di come reputa il sapientissimo giudizio di colui che decide. Proprio per questo l'Apostolo andava a visitare il popolo di Dio non solo con la dolcezza della mansuetudine ma anche, per misericordia, con il bastone 19; e non solo mosso da misericordia ordinò allo spirito di divinazione di uscire da una certa donna 20, ma anche con intento misericordioso consegnò a satana stesso alcuni, perché imparassero a non bestemmiare 21: anche allo stesso Apostolo il Signore concedeva per misericordia non solo il cibo e il vestiario 22, con cui la debolezza della sua carne fosse sostenuta in proporzione della forza della sua anima, ma per misericordia gli dava anche un inviato di satana che lo tormentava, perché la forza dell'anima si perfezionasse nella debolezza della carne 23.

L'opera di misericordia più importante.

5. Il cibo, la bevanda, il vestito e la salute dell'intero corpo vengono a volte sottratte in modo opportuno per misericordia; e in effetti quella misericordia con cui piacciamo a Dio deve essere duratura, ininterrotta e continua, non modificata dal variare del tempo. E infatti se si può dire: «Certe volte è opportuno mangiare, certe altre non è opportuno», non si può dire allo stesso modo: «Certe volte è opportuno piacere a Dio, certe altre non è opportuno»; oppure come si dice: «Spezza adesso il tuo pane per l'affamato, perché gli fa bene; adesso invece costringilo a digiunare, perché è per lui salutare», non si può dire allo stesso modo: «Ora agisci verso questo in modo che piaccia a Dio, perché per lui è conveniente; e ora in modo che gli dispiaccia, perché a volte anche questo è opportuno». Un errore simile è di certo del tutto assurdo e in ogni modo detestabile e non si deve credere che qualcuno, per quanto sia sacrilego, possa esserne irretito. Dunque quella misericordia in virtù della quale ci adoperiamo per piacere a Dio è, in qualche modo, il cardine; tutte le altre opere che si fanno per misericordia sono rettamente compiute, se non si allontanano mai dalla contemplazione di questa.