DISCORSO 77/B

SULLA DONNA CANANEA

La fede e la preghiera assidua della cananea strappò a Cristo il miracolo.

1. Avete inteso dal Vangelo, fratelli, come la donna cananea col perseverare ottenne a forza ciò che non avrebbe potuto ottenere col chiederlo una sola volta; ma il Signore differendo d'esaudirla metteva alla prova il suo desiderio, non le rifiutava la grazia; poiché sapeva a che punto sarebbe arrivata nel richiederla, dato che a ciò l'ammaestrava egli stesso. Dapprima fu chiamata cagna, ma poi le disse: Grande è la tua fede, o donna! 1. Dopo ch'ebbe ricevuta la grazia se ne andò contenta, ma prima era stata cambiata e poi rallegrata. Quanto era stata cambiata? Da cagna era divenuta una donna. E quale donna era questa? Era una donna di grande fede. S'era rivolta al Signore pregandolo con molta insistenza; qual grande grazia ottenne in un sol breve spazio di tempo! Ecco perché differiva a fare la grazia il Signore che disse: Occorre pregare sempre e non stancarsi mai 2. Questa è una massima del Signore che ci esorta alla preghiera. Ogni giorno gli uomini pregano, i santi non tralasciano gli spazi di tempo riservati alla preghiera. Poiché anche l'Apostolo dice: Siate sempre contenti: pregate continuamente 3. Ecco cosa vuol dire: È necessario pregare sempre e non stancarsi mai. In un altro passo lo stesso Signore dice: Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate alla porta e vi sarà aperto 4. Così fece la cananea: chiese, cercò, bussò alla porta e ricevette. Essa dunque fece così perché la propria figlia fosse guarita dall'ossessione del demonio e meritò la grazia; da quel momento sua figlia rimase guarita. Avrebbe forse implorato di nuovo quella grazia dopo che la figlia era stata guarita? Prima di ricevere continuò a cercare, chiedere, bussare; ricevette, fu rallegrata e se n'andò. Non so che cos'è, anzi è qualcosa d'importante ciò per cui è necessario pregare sempre e non stancarsi. Vale più la vita immortale che la guarigione d'una figlia. Ecco perché bisogna pregare sino alla fine per tutto il tempo che viviamo sulla terra sino a quando vivremo senza fine, quando non ci sarà più la preghiera, ma l'esultanza.

Non sono da biasimarsi altre diverse preghiere.

2. Adesso dunque bisogna pregare sempre e non stancarsi. Chi prega per una cosa, chi per un'altra; di diverso genere sono le vostre preghiere, poiché diversi sono i vostri desideri. Tutti gemono quasi ugualmente, ma le volontà le dispone colui che le esaudisce. Uno prega Dio - come la donna cananea - perché guarisca il figlio malato; la moglie lo prega per il marito, il marito per la moglie; tutti lo pregano per gli ammalati; nessuna di queste preghiere è da biasimarsi. Altri pregano, sospirano, intercedono, cercano, chiedono, bussano per diventare ricchi, e quanto più grande è la loro brama, tanto più ardente e frequente è una tale preghiera. Alcuni inoltre pensano che anche per questo scopo il Signore disse: Chiedete e riceverete, cercate e troverete, bussate alla porta e vi sarà aperto, poiché chi chiede riceverà, chi cerca troverà e a chi bussa alla porta sarà aperto 5. Sente quest'esortazione un avaro e ogni giorno non chiede altro che di diventare ricco. Ma anche a tacere d'un avaro, ascolta questa massima un povero: prega, cerca, bussa per diventar ricco, e talora spende molto tempo e non trova alcun momento in cui riceve, e allora dice tra sé: "Che significa quello che il Signore ha voluto dire: Chiedete e riceverete, cercate e troverete, bussate alla porta e vi sarà aperto; poiché chi chiede riceve, chi cerca trova e a chi bussa alla porta verrà aperto? Che ho fatto dunque, io infelice, per chiedere e non ricevere?". Che cosa potremo rispondere a quel tale? Il Signore ha forse mentito? Ha mentito forse la Scrittura? Nient'affatto. Non osa dire tra sé una simile cosa neppure la stessa brama di denaro: ciò che dunque non dice la cupidigia, lo dirà lo spirito di fede?.

Dio dà e nega guardando al nostro bene.

3. Che cosa dunque diremo a quell'individuo? "Chiedi ancora, insisti ancora, bussa ancora". Gli diremo che non senza motivo è detto: Chiunque chiede, riceve. Prega quanto puoi, chiedi, bussa, continua "pregare costantemente e sarai ricco". Uno trascorre il tempo nella preghiera eppure spira nella povertà; non ha ricevuto nulla, non ha trovato nulla da lasciare ai propri figli. È perduta dunque tutta la fatica spesa nel chiedere, cercare, bussare? No. A un simile individuo <...> vive non gli si deve dire altro se non: "Cambia la preghiera". E perché chiedi, cerchi, bussi per diventare ricco, da povero che sei? O non hai udito l'Apostolo che dice: Quelli che vogliono diventare ricchi cadono nelle tentazioni e in molti desideri stupidi e disastrosi che fanno precipitare gli uomini nella rovina e nella perdizione 6? Ecco ciò che chiedevi; ma il Padre tuo, al quale lo chiedevi, per sua misericordia ti negava ciò che chiedevi, perché tu non cadessi nella rovina e nella perdizione. Cambia dunque preghiera. Poiché nemmeno tu daresti a tuo figlio ciò che ti chiedesse. Che faresti infatti se tuo figlio ti chiedesse un coltello con cui ferirsi, o piangendo si desse dei pugni perché tu lo facessi salire a cavallo; lo faresti? Oseresti forse farlo? Non è meglio che pianga rimanendo sano anziché venga pianto una volta diventato storpio? Se tu dunque, pur essendo cattivo 7, sai cos'è bene dare a tuo figlio, quanto più il Padre, ch'è sempre buono, ti concede una grazia senza che tu lo sappia, quando non ti dà quanto gli chiedi? È necessario che tu sia figlio; egli non ti trascura: devi essere figlio senza preoccupazioni. L'apostolo Paolo, quando veniva schiaffeggiato dal messaggiero di Satana, perché non montasse in superbia, come dichiara apertamente egli stesso - noi infatti quando mai avremmo osato affermare una simile cosa a proposito dell'Apostolo? - così dice dell'emissario di Satana: Io perciò pregai tre volte il Signore che mi togliesse questa spina ma egli mi rispose: Ti basti la mia grazia, perché la virtù si perfeziona nell'infermità 8. Perché infatti tu preghi, o Paolo? Non preghi forse perché tu stia bene? Lascia al Creatore fare come tu non sai, affinché tu abbia del bene. Ti danneggia forse l'impiastro quando ti tormenta? Esso invece ti è utile perché ti guarisce! Se dunque Paolo chiese quella grazia e non fu esaudito, perché mai tu invece sei triste quando non vieni esaudito? Perché forse chiedi qualcosa che non ti gioverebbe.

Perché fu esaudito il diavolo e non Paolo.

4. È sorprendente, fratelli miei che Paolo pregò e non ricevette la grazia, il diavolo invece pregò e la ricevette; non fu esaudito l'Apostolo mentre fu esaudito il diavolo. O giustizia di Dio! Anzi, grande giustizia! "Ma quando - dirà qualcuno - fu esaudito il diavolo?". Non avete letto o sentito che i demoni furono esauditi e fu loro permesso di entrare nei porci 9? Oppure non avete letto o sentito che il diavolo chiese al Signore il permesso di tentare il servo di Dio Giobbe, e lo ebbe? Cosa sorprendente! Il diavolo chiese e Giobbe fu consegnato nelle sue mani. Viene, sì, consegnato ma per essere messo alla prova; viene, sì, consegnato ma per essere tentato; viene consegnato, sì, ma per essere giudicato ed essere ricordato con lode ai posteri. Il diavolo invece lo prese per rimanere scornato. Vedete che non sempre è bene ricevere ciò che chiedete. Cambiate dunque le preghiere per ricevere sicuri ciò ch'è bene; cambiate le preghiere, correggete i vostri desideri. Lo dico a coloro che desiderano beni temporali per diventare ricchi.

Bisogna chiedere ciò che chiedeva Iditun, di cui s'erano cantate le parole.

5. Notate che cosa chiedeva Iditun, del quale abbiamo cantato le parole: Esaudisci - dice - la mia preghiera, porgi l'orecchio alle mie lacrime 10. Chiedeva forse la ricchezza? Aveva forse una ferita nel corpo e supplicava ch'essa fosse risanata? E dove troviamo ciò che chiedeva o a proposito di quali desideri elevava spesso le sue preghiere, o per quali desideri versava le lagrime che desiderava fossero esaudite? E dove troviamo i suoi desideri? dove, se non nelle sue parole? La mia sostanza - dice - è come un nulla dinanzi a te. Davvero è vanità ogni uomo vivente 11. Ed ora cos'è ciò che io aspetto? Non sei forse tu, Signore? E la mia sostanza è sempre dinanzi a te 12. Poco prima dice: E la mia sostanza è come un nulla dinanzi a te. La sostanza mortale è come un nulla dinanzi a te; ma poiché dopo la vita presente riceverò l'immortalità, per la quale desidero che tu esaudisca le mie lagrime, dinanzi a te sarà sempre la sostanza immortale. Ecco il desiderio, ecco quel che devi chiedere, ecco quel che devi desiderare, ecco quello per cui devi pregare, ecco ciò per cui bisogna pregare sempre, finché non usciamo da questa vita, senza stancarsi mai.

Prega, piangi, ma spera di avere da Dio tutto quello che promise.

6. Qualcuno di voi forse domanderà: "Che cosa ha voluto dire Iditun con la frase: Porgi l'orecchio alle mie lagrime? Le lagrime infatti si vedono, ma non si odono; le lagrime scorrono, non risuonano". Eppure hanno la loro voce, come aveva la sua voce il sangue di Abele 13. Se il sangue di Abele ucciso ebbe la voce che arrivò fino al Signore, l'hanno anche le lagrime di chi prega, l'hanno certamente. Poiché anche le lagrime sono il sangue del cuore. Quando dunque chiedi la vita eterna, quando dici: Venga il tuo regno 14, dove tu possa vivere sicuro, ove tu possa vivere sempre, ove mai tu pianga l'amico, mai tema il nemico, quando chiedi ciò, piangi, versa il sangue del cuore, sacrifica a Dio il tuo cuore; ecco ciò per cui bisogna pregare e non stancarsi; ecco quanto c'insegna la preghiera dettata dal Signore: Sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra 15, affinché siamo uguali ai tuoi angeli 16. O desiderio! Qual uomo avrebbe osato desiderare ciò, se Dio non si fosse degnato di prometterlo? Prega: tu chiedi una cosa grande, ma più grande è chi l'ha promessa. Che l'uomo diventi angelo è una cosa difficile, nulla è più difficile; ma a Dio tutto è possibile 17. Tu credi sia una cosa grande e difficile che l'uomo diventi angelo e non ti pare difficile, anzi molto più difficile e molto più incredibile che l'unico Figlio di Dio sia diventato uomo. Che l'uomo diventerà un angelo, lo dubita l'uomo, per il quale Dio è diventato uomo!. Tu dubiti di ricevere ciò che chiedi, pur avendo un siffatto pegno, colui cioè che si è degnato di farsi gratuitamente tuo debitore? Tu non hai dato a Dio alcun prestito ad interesse, o gli hai prestato del denaro o gli hai concesso qualche favore. Tutto quello che hai non l'hai forse da lui e non riceverai forse da lui tutto quello che riceverai? Si è degnato di farsi debitore, e quale debitore! Ha fatto un certificato autografo, ha dato un pegno. Il certificato di debito autografo di Dio è la Sacra Scrittura; il suo pegno è la morte di Cristo, la sua promessa è la morte di Cristo. Chi ha dato agli empi la morte del proprio Figlio, ha forse negato la morte del proprio Figlio ai buoni e ai fedeli?.

Bisogna pregare non solo con parole, ma anche con i buoni costumi.

7. State sicuri, fratelli, riceverete [quanto promesso da Dio]: chiedete, cercate, bussate: riceverete, troverete, vi sarà aperto. Ma non dovete chiedere, cercare, bussare solo a parole, ma anche con la vostra condotta; fate le opere buone, senza le quali non deve affatto trascorrersi la vita presente. Cancellate i peccati con le opere buone d'ogni giorno. Ma si deve evitare di tenere in poco conto i peccati leggeri; poiché sebbene non siano gravi, si accumulano e formano un mucchio, si assommano e formano una massa. Non dovete considerarli un'inezia perché sono piccoli, ma dovete temere se sono molti. Che c'è di più piccolo delle gocce di pioggia? Ma di molte gocce s'imbevono i campi e si riempiono i fiumi. Non tenete in poco conto i vostri peccati leggeri e piccoli perché formando un mucchio non vi schiaccino. Ecco, l'acqua del mare trasuda attraverso le fessure della nave e tuttavia riempie la sentina; se da questa non venisse vuotata, affonderebbe la nave. Anche un'ondata, per esempio, se sarà gigantesca, arriverà come una montagna e cadrà addosso alla nave tutta in una volta e la manderà in rovina; così sono gli omicidi, cioè i peccati gravi come l'adulterio, la fornicazione, la bestemmia, lo spergiuro; sono peccati che fanno affondare la nave in una sola volta. Ora, i peccati veniali, senza i quali non può essere vissuta la vita umana, entrano insensibilmente, a poco a poco, attraverso le crepe della fragilità umana e vanno a raccogliersi nella sentina. Imitate i marinai le cui mani non cessano di lavorare e dalla sentina vien tolta tutta l'acqua; non cessino - voglio dire -, ma dal fare opere buone. Ma di nuovo confluiscono nella sentina poiché rimangono nelle crepe della fragilità umana, e perciò si deve svuotare di nuovo la sentina. Poiché se le tue mani non cesseranno dal vuotarla con le opere buone, il giorno del giudizio ti troverà puro, e sicuro arriverai alla vita desiderata da Iditum quando diceva: Porgi l'orecchio alle mie lagrime.

[Termina il discorso sulla donna cananea].