OMELIA 42

Io sono uscito e vengo da Dio. E non sono venuto da me stesso, ma egli mi ha mandato.

Il Verbo del Padre è venuto a noi, perché il Verbo si è fatto carne per abitare fra noi. E' venuto in quanto uomo, è rimasto in quanto Dio: la divinità di Cristo è la meta del nostro cammino, la sua umanità è la via per raggiungerla. Se egli non si fosse fatto via, mai lo avremmo raggiunto come meta.

[La parola di Dio fa presa in noi, se ci lasciamo prendere.]

1. Nostro Signore non era schiavo sebbene ne rivestisse la forma, ed anche in quella forma era il Signore: (quella sua forma umana era, sì, servile, ma sebbene avesse l'aspetto di carne del peccato (cf. Rm 8, 3), non era peccatrice). Ebbene, egli promise la libertà ai credenti in lui. I Giudei, però, orgogliosi della propria libertà, disdegnarono di diventare liberi, pur essendo schiavi del peccato. Dissero che erano liberi perché erano stirpe di Abramo. Nella lettura di oggi abbiamo sentito la risposta che diede loro il Signore. So - disse - che siete stirpe di Abramo, ma cercate di uccidermi perché la mia parola non penetra in voi (Gv 8, 37). Riconosco che siete figli di Abramo, ma voi cercate di uccidermi. Riconosco la vostra origine carnale, ma non trovo in voi la fede del cuore. Siete figli di Abramo, ma secondo la carne. Per questo cercate di uccidermi, perché la mia parola non ha presa in voi. Se la mia parola fosse da voi accolta, a sua volta vi accoglierebbe; se vi accogliesse, come pesci rimarreste presi nella rete della fede. Che vuol dire la mia parola non ha presa in voi? Vuol dire che non prende il vostro cuore, perché il vostro cuore non l'accoglie. La parola di Dio è, e così dev'essere per i fedeli, ciò che l'amo è per i pesci: li prende quando questi abboccano. Non si reca danno a coloro che restano presi, dato che vengono presi per la loro salvezza, non per la loro rovina. Ecco perché il Signore disse ai suoi discepoli: Seguitemi e vi farò pescatori di uomini (Mt 4, 19). Non erano così i Giudei che pure erano figli di Abramo: uomini iniqui, pur essendo figli di un uomo di Dio. Erano suoi discendenti secondo la carne, ma erano degenerati per il fatto che non imitavano la fede del padre loro.

2. Certamente avete sentito il Signore dire: So che siete figli di Abramo; sentite ora cosa dice più avanti: Io dico ciò che ho veduto presso il Padre mio; e anche voi fate ciò che avete visto fare dal padre vostro (Gv 8, 38). Prima aveva detto: So che siete figli di Abramo. Ma che cosa vogliono fare? Ciò che egli aveva detto: voi cercate di uccidermi. Questo non l'avevano certo imparato da Abramo. Il Signore, però, affermando: Io dico ciò che ho veduto presso il Padre mio, vuol far capire che Dio è suo Padre. Cioè, ho veduto la verità, dico la verità, perché sono la verità. Se infatti il Signore dice la verità che ha veduto presso il Padre, ha veduto se stesso, dice se stesso, perché egli stesso è la verità del Padre che ha veduto presso il Padre: egli infatti è il Verbo, il Verbo che è presso il Padre. E allora, quelli, dove hanno veduto il male che fanno e che il Signore rimprovera e condanna? Presso il padre loro. Quando nelle parole che seguono, sentiremo più esplicitamente chi è il padre loro, ci renderemo conto che cosa abbiano veduto presso un tal padre: finora non ha fatto il nome del padre loro. Poco prima egli ha ricordato Abramo, ma a motivo dell'origine carnale, non per la somiglianza della vita. Ora dirà chi è quell'altro loro padre, che non li ha generati né, creandoli, li ha fatti uomini; ma essi tuttavia erano figli suoi in quanto erano malvagi, non in quanto erano uomini; per averlo imitato, non per essere stati da lui creati.

3. Gli replicarono: Il padre nostro è Abramo (Gv 8, 39), come a dire: che cosa hai da dire contro Abramo? oppure: provati, se hai il coraggio, a criticare Abramo. Non che il Signore non osasse criticare Abramo, ma perché Abramo era tale non solo da non meritare da parte del Signore alcun rimprovero, ma da meritare anzi ogni encomio; essi però avevano tutta l'aria di volerlo provocare a parlar male di Abramo e avere così il pretesto per fare ciò che avevano in animo di fare. Il padre nostro è Abramo.

4. Sentiamo come risponde il Signore, lodando Abramo e condannando quelli: Dice loro Gesù: Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo! Ora, invece, voi cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità che ho udito da Dio; questo Abramo non lo ha fatto! (Gv 8, 39-40). Abramo viene lodato, ed essi sono condannati. Abramo non era certo un omicida. Non vi dico, afferma, che io sono il Signore di Abramo; benché se lo dicessi, direi la verità. In altra circostanza, infatti, disse: Prima che Abramo fosse, io sono (Gv 8, 58), tanto che essi volevano lapidarlo; ora non dice questo. Per ora io sono ciò che voi vedete e contemplate, sono soltanto ciò che voi credete, e cioè un uomo: perché volete uccidere un uomo che vi dice ciò che ha udito da Dio, se non perché non siete figli di Abramo? E tuttavia dianzi ha detto: so che siete figli di Abramo. Non contesta la loro origine, ma condanna le loro opere; la loro carne proveniva da Abramo, ma la loro vita no.

5. E noi, o carissimi, veniamo dalla stirpe di Abramo, o in qualche modo Abramo è stato nostro padre secondo la carne? E' la carne dei Giudei che trae origine dalla sua carne, non la carne dei Cristiani: noi proveniamo da altre genti, e tuttavia, imitando lui, siamo diventati figli di Abramo. Ascolta l'Apostolo: Ad Abramo e alla sua discendenza furono fatte le promesse. Non dice la Scrittura - continua l'Apostolo - ai discendenti, come si trattasse di molti, ma "e alla tua discendenza", come a uno solo, cioè Cristo. E se appartenete a Cristo, siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa (Gal 3, 16 29). Noi dunque siamo diventati discendenti di Abramo per grazia di Dio. Non tra i discendenti della carne di Abramo Dio scelse a lui degli eredi. Questi li diseredò, quelli li adottò: e dall'albero di ulivo, la cui radice si trova nei patriarchi, tagliò i superbi rami naturali innestandovi al loro posto l'umile olivo selvatico (cf. Rm 11, 17). E così, quando i Giudei si recarono da Giovanni per farsi battezzare, egli si scagliò contro di loro chiamandoli razza di vipere. Appunto perché essi si gloriavano della loro nobile origine, egli li chiamò razza di vipere; non solo razza di uomini, ma di vipere. Egli vedeva la loro figura umana, ma sapeva che dentro avevano il veleno. Essi venivano per cambiar vita, e per questo volevano essere battezzati: e tuttavia Giovanni li apostrofò: Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all'ira che sta per venire? Fate, dunque, frutti degni di penitenza, e non crediate di poter dire dentro di voi: Noi abbiamo per padre Abramo, perché io vi dico che Dio può da queste pietre far sorgere figli ad Abramo (Mt 3, 7-9). Se non fate frutti degni di penitenza, non contate sulla vostra origine, perché Dio può condannare voi senza privare Abramo di figli. Egli è in grado di suscitare figli ad Abramo; e diventeranno suoi figli coloro che ne avranno imitato la fede: Dio può da queste pietre far sorgere figli ad Abramo. Siamo noi questi figli: eravamo pietre nei nostri padri, quando adoravamo le pietre al posto di Dio, ed è suscitandoci da tali pietre che Dio ha formato per Abramo una nuova famiglia.

[Un vanto vano e vuoto.]

6. Perché innalzarsi, allora, con vuota e vana iattanza? La smettano di gloriarsi di essere figli di Abramo; hanno sentito ciò che meritavano: Se siete figli di Abramo, dimostratelo con i fatti, non con le parole. Cercate di uccidere me uomo, per ora non dico Figlio di Dio, non dico Dio, non dico il Verbo, perché il Verbo non può morire; dico me uomo, che voi vedete; perché potete uccidere solo ciò che vedete, e offendere ciò che non vedete. Questo, Abramo non lo ha fatto! Voi fate le opere di vostro padre (Gv 8, 40-41). E ancora non dice chi è questo loro padre.

7. Vediamo ora che cosa risposero quelli. Cominciarono comunque a rendersi conto che il Signore non parlava della generazione carnale, ma della condotta di vita. E siccome era consuetudine della Scrittura, che essi leggevano, chiamare fornicazione in senso spirituale il fatto che l'anima si assoggettasse come una prostituta ai molti e falsi dèi, così risposero: Noi non siamo nati da fornicazione, noi abbiamo un solo Padre, Dio! (Gv 8, 41). Ecco che Abramo non contava più. Sono stati respinti, come meritavano, dalla bocca della verità; perché Abramo serviva soltanto per gloriarsi di essere suoi discendenti, non per imitarne la condotta. Hanno cambiato la risposta, credo in base a questa considerazione: ogni volta che nominiamo Abramo ci dirà: perché non imitate colui del quale vi gloriate di essere discendenti? Noi non possiamo imitare un uomo così santo, così giusto, così innocente, così grande; diciamo che nostro padre è Dio, e vediamo che cosa ci risponde.

8. La falsità ha trovato cosa dire, e la verità non saprà come rispondere? Sentiamo ciò che dicono e ciò che si sentono rispondere. Essi dicono: Noi abbiamo un solo padre, Dio! E Gesù ad essi: Se Dio fosse padre vostro, mi amereste; io, infatti, da Dio sono uscito e vengo, né sono venuto da me stesso, ma è stato lui a mandarmi (Gv 8, 42). Dite che Dio è vostro padre, riconoscete me almeno come fratello. Con tutto ciò egli innalzò il cuore di quanti erano in grado d'intendere le sue parole, giungendo a quell'affermazione a lui tanto familiare: Non sono venuto da me stesso, è stato lui a mandarmi, da Dio sono uscito e vengo. Ricordate ciò che siamo soliti ripetere: che è venuto da Dio, e colui da cui procede è venuto con lui. Che Cristo è stato mandato vuol dire che Cristo si è incarnato. La processione del Verbo da Dio è processione eterna: non è soggetto al tempo colui per mezzo del quale il tempo è stato creato. Nessuno dica in cuor suo: prima che il Verbo fosse, come era Dio? Non dire: prima che il Verbo fosse. Mai Dio fu senza il Verbo perché il Verbo è permanente, non transeunte; è Dio, non un suono; per mezzo di lui sono stati creati il cielo e la terra, e non è un suono che è passato assieme alle cose che sono state create sulla terra. Egli procede da Dio come Dio, come uguale a lui, come Figlio unigenito, come Verbo del Padre, ed è venuto a noi perché il Verbo si è fatto carne per abitare fra noi (cf. Gv 1, 14). E' venuto in quanto si è fatto uomo, dimora presso il Padre in quanto è Dio. La sua divinità è la meta cui tendiamo, la sua umanità è la via che dobbiamo percorrere. Se egli per noi non si fosse fatto via per cui camminare, mai avremmo potuto pervenire a lui che permane presso il Padre.

9. Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete sentire la mia parola (Gv 8, 43). Non potevano comprendere perché non potevano ascoltare. E non potevano ascoltare, perché non volevano correggersi credendo in lui. E questo perché? Voi avete per padre il diavolo (Gv 8, 44). Fino a quando continuerete a nominare vostro padre? Fino a quando continuerete a cambiare padre? Ora è Abramo, ora è Dio. Ascoltate dalla bocca del Figlio di Dio, di chi siete figli: Voi avete per padre il diavolo.

[Attenzione al Manicheismo.]

10. Qui bisogna guardarsi dall'eresia dei manichei, la quale sostiene l'esistenza di un principio cattivo e di una razza tenebrosa che, con i suoi capi, ha osato combattere contro Dio; contro questa razza nemica che intendeva distruggere il suo regno, Dio inviò - dicono ancora i manichei - i principi della luce da lui generati; quella razza tenebrosa fu sconfitta ma da essa ebbe origine il diavolo. E da essa - dicono - trae origine anche la nostra carne. E' in questo senso che essi interpretano le parole del Signore: Voi avete per padre il diavolo; voi siete malvagi per natura, in quanto discendete da quella razza tenebrosa e ostile a Dio. E così essi cadono nell'errore, diventano ciechi, da se stessi si fanno gente tenebrosa, in quanto credono il falso contro colui che li ha creati. Infatti tutta la natura è buona; viziata è la natura dell'uomo, ma per sua cattiva volontà. Ciò che Dio ha creato non può essere cattivo, e neppure l'uomo, se non lo diventa di sua volontà. Certo, però, che il Creatore è il Creatore, e la creatura resta la creatura: la creatura non può essere uguagliata al Creatore. Distinguete colui che creò da ciò che creò. Non si può confondere il tavolo con il falegname, né la colonna con lo scultore: anche se il falegname che ha fatto il tavolo non ha creato il legno. Il Signore nostro Dio, invece, che è onnipotente, per mezzo del Verbo fece quanto fece; non aveva niente per fare le cose che fece, e tuttavia le fece. Furon fatte perché volle, furon fatte perché diede l'ordine; ma le cose fatte non sono da paragonare a chi le ha fatte. Se cerchi qualcosa da paragonare al Creatore, non trovi che il Figlio unico. Perché dunque i Giudei erano figli del diavolo? Perché lo imitavano, non perché fossero nati da lui. Ascoltate come solitamente si esprime la Scrittura. Dice il profeta ai Giudei: Tuo padre era un Amorreo, tua madre una Hittita (Ez 16, 3). Gli Amorrei erano un popolo da cui non provenivano affatto i Giudei; e gli Hittiti erano popolazioni a sé, completamente estranee ai Giudei. Siccome, però, gli Amorrei e gli Hittiti erano empi, e i Giudei imitavano le loro forme di empietà, li avevano come padri, non perché fossero nati da loro, ma perché, seguendone i costumi, ne condividevano la condanna. Forse vi domanderete quale è allora l'origine del diavolo. Egli ha la stessa origine degli altri angeli. Se non che gli altri angeli rimasero nell'obbedienza, mentre questo, per la sua disobbedienza e superbia, decadde e da angelo diventò diavolo.

11. Ma ascoltate ora che cosa dice il Signore: Voi avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro (Gv 8, 44). Ecco perché siete suoi figli, perché avete gli stessi suoi desideri, non perché siete nati da lui. Quali sono i suoi desideri? Egli è stato omicida fin da principio. Ecco cosa significa volete fare i desideri del padre vostro; voi cercate di uccidere me, che sono un uomo che vi dico la verità. Anche il diavolo ebbe invidia dell'uomo e lo uccise. Essendo infatti invidioso dell'uomo, in forma di serpente si rivolse alla donna, e, mediante la donna, avvelenò anche l'uomo. Essi morirono per aver ascoltato il diavolo (cf. Gn 3, 1). E non l'avrebbero ascoltato se avessero dato ascolto al Signore; l'uomo, che si trovava tra chi lo aveva creato e l'angelo decaduto, avrebbe dovuto obbedire al Creatore, non all'impostore. Dunque egli è stato omicida fin da principio (Gv 8, 44). Considerate in che senso egli era omicida. Il diavolo vien detto omicida non perché si sia presentato all'uomo armato di spada e corazzato di acciaio, ma perché seminò in lui una parola perversa e così lo uccise. Non credere dunque di poter sfuggire all'accusa di omicidio quando spingi tuo fratello al male: se lo induci al male, tu lo uccidi. E affinché ti renda conto che in tal modo lo uccidi, ascolta il salmo: I figli degli uomini hanno lance e frecce per denti, e per lingua una spada affilata (Sal 56, 5). Voi dunque volete compiere i desideri del padre vostro; per questo infierite nella carne, non potendo farlo nello spirito. Egli è stato omicida fin da principio: sì, perché è stato omicida nei confronti del primo uomo; cioè appena fu possibile compiere un omicidio, appena fu creato l'uomo; perché non avrebbe potuto uccidere l'uomo, se l'uomo non fosse esistito. Quindi egli è stato omicida fin da principio. E per qual motivo è stato omicida? E non stette fermo nella verità. Dunque egli era nella verità, ma non vi si mantenne e cadde. E perché non si mantenne nella verità? Perché in lui non è la verità. La verità non è in lui, come invece è in Cristo, che è la stessa verità. Se fosse rimasto nella verità, egli sarebbe rimasto in Cristo; ma non stette fermo nella verità, perché in lui non è la verità.

12. Quando dice menzogna, parla del suo, perché egli è menzognero e padre di menzogna. Che significa questo? Avete ascoltato le parole del Vangelo, le avete considerate attentamente: le ripeto, affinché sappiate bene cosa dovete respingere. Il Signore dice del diavolo ciò che di lui doveva dire. E' vero che egli era omicida fin da principio, perché uccise il primo uomo, e non stette fermo nella verità perché dalla verità defezionò. Quando dice menzogna - continua il Signore parlando del diavolo - parla del suo, perché egli è menzognero e padre di menzogna. Al sentir queste parole, taluni hanno creduto che il diavolo avesse un padre, e si sono chiesti chi potesse essere il padre del diavolo. Il detestabile errore dei manichei trova qui un appiglio per ingannare gli sprovveduti. I manichei infatti dicono: tu ritieni che il diavolo sia stato un angelo che defezionò; il peccato dunque, come voi dite, ha avuto origine da lui; ma chi era suo padre? Noi rispondiamo: Chi di noi ha mai detto che il diavolo ha un padre? Essi replicano: Lo dice il Signore quando, come riferisce il Vangelo, parlando del diavolo, afferma: Egli è stato omicida fin da principio, e non stette fermo nella verità; perché in lui non è la verità. Quando dice menzogna, parla del suo, perché egli è menzognero e padre di menzogna (Gv 8, 44).

[Abbracciare la verità per raggiungere la libertà.]

13. Ascolta e intendi bene; non ti mando lontano, da queste medesime parole potrai intendere bene. Il Signore dice che il diavolo è il padre della menzogna. Che significa questo? Ascolta, rifletti su queste parole e intendile bene. Non chiunque mentisce, quindi, è padre della menzogna. Se infatti tu hai ascoltato da un altro una menzogna e l'hai proferita, tu sei un mentitore in quanto hai detto una menzogna, però non sei il padre di quella menzogna, perché l'hai ricevuta da un altro. Il diavolo, invece, è mentitore da se stesso; egli stesso ha generato la sua menzogna, non l'ha ricevuta da altri. Così come il Padre ha generato il Figlio che è la verità, il diavolo, dopo la sua caduta, ha generato quasi come figlia la menzogna. Detto questo, riprendi a meditare le parole del Signore; renditi conto, o anima cattolica, di ciò che hai udito, poni attenzione a quanto egli dice. Egli - egli chi? il diavolo - è stato omicida fin da principio. Lo sappiamo, uccise Adamo. E non stette fermo nella verità. Lo sappiamo, defezionò dalla verità. Perché in lui non è la verità. E' vero, allontanandosi dalla verità, si è privato della verità. Quando egli proferisce menzogna parla del suo. Non prende da altri ciò che dice. Quando egli proferisce menzogna parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna. E' mentitore e padre della menzogna. Forse anche tu sei mentitore perché dici menzogne, ma non sei il padre della menzogna. Se infatti ciò che dici l'hai ricevuto dal diavolo e in lui hai creduto, sei menzognero non padre di menzogna; il diavolo, invece, che non ha ricevuto da altri la menzogna, con cui uccide l'uomo come fa il serpente con il veleno, è padre della menzogna così come Dio è Padre della verità. Tenetevi lontani dal padre della menzogna, correte verso il Padre della verità; abbracciate la verità onde poter giungere alla libertà.

14. Quei Giudei dunque avevano visto presso il padre loro ciò che dicevano: cosa avevano visto, se non la menzogna? Il Signore invece aveva visto presso suo Padre ciò che andava dicendo: e che cosa aveva visto se non se stesso? che cosa, se non il Verbo del Padre e quindi l'eterna verità del Padre, eterna insieme al Padre? Egli - dunque - era stato omicida fin da principio, e non stette fermo nella verità, perché la verità non è in lui; quando dice menzogna, parla del suo, perché egli è mentitore. E non solo è mentitore, ma è suo padre; cioè è padre della stessa menzogna che dice, perché egli stesso ha generato la sua menzogna. E a me voi non credete perché dico la verità. Chi di voi può convincermi di peccato? (Gv 8, 45-46), mentre invece lo posso io nei riguardi vostri e di vostro padre. Se vi dico la verità, perché non mi credete? Non mi credete perché siete figli del diavolo.

15. Chi è da Dio, ascolta le parole di Dio; e voi non le ascoltate perché non siete da Dio (Gv 8, 47). Ancora una volta non state a considerare la natura, ma il peccato. Costoro sono da Dio e non sono da Dio: come natura sono da Dio, come peccato non sono da Dio. Fate attenzione, vi supplico: nel Vangelo trovate la medicina contro gli errori velenosi e nefasti degli eretici. E' da queste parole che i manichei colgono pretesto per dire: Vedete, ci sono due nature, una buona e una cattiva: Lo dice il Signore. Che cosa dice? Voi non ascoltate perché non siete da Dio. Questo dice il Signore. Tu, mi si domanda, che cosa dici di fronte a questo? Ascolta che cosa dico. Gli uomini sono da Dio e non sono da Dio: quanto alla natura sono da Dio, quanto al peccato non sono da Dio. La natura, che in quanto è stata creata da Dio è buona, peccò deliberatamente cedendo alle suggestioni del diavolo e si è viziata; per questo cerca il medico, perché è malata. E' questo che io dico. Ti sembra impossibile che siano da Dio e insieme non siano da Dio: renditi conto che non è impossibile. Sono da Dio e non sono da Dio, allo stesso modo che sono e non sono figli di Abramo. Sta scritto qui nel Vangelo, c'è poco da dire. Ascolta il Signore stesso, che ha detto loro: So che siete figli di Abramo. Forse che il Signore può mentire? Certo che no. Allora è vero quanto dice il Signore? E' vero. Allora è vero che i Giudei erano figli di Abramo? E' vero. Ebbene, ascolta come il Signore neghi ciò; egli che aveva detto: Siete figli di Abramo, ora afferma il contrario: Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo! Ora, invece, voi cercate di uccidere me che sono un uomo che vi ho detto la verità che ho udito da Dio; questo, Abramo non lo ha fatto! Voi fate le opere del padre vostro, cioè del diavolo. Sicché, erano o non erano figli di Abramo? Il Signore ha dimostrato che lo erano e non lo erano: erano figli di Abramo quanto all'origine carnale, e insieme non lo erano a causa del peccato proveniente dalla tentazione del diavolo. E altrettanto dicasi nei confronti del Signore Dio nostro: essi erano da lui, e non erano da lui. In che senso erano da lui? Perché egli creò l'uomo dal quale essi erano nati. In che senso ancora erano da lui? In quanto egli è il creatore della natura, il creatore del corpo e dell'anima. In che senso, allora, non erano da lui? In quanto per loro colpa si erano pervertiti: non erano da lui perché, imitando il diavolo, erano diventati figli del diavolo.

16. Il Signore Iddio è venuto dunque all'uomo peccatore. Hai sentito due termini: uomo e peccatore. In quanto uomo egli è da Dio, in quanto peccatore non è da Dio. La natura e il peccato sono due cose distinte: riconosci la natura per lodare il creatore, riconosci il peccato per invocare il medico. Il Signore, dicendo: Chi è da Dio, ascolta le parole di Dio: e voi non le ascoltate perché non siete da Dio, non suppone vari ordini di meriti naturali, non avendo trovato, ad eccezione della sua anima e del suo corpo, un'altra natura umana che non fosse viziata dal peccato; ma siccome sapeva già chi erano quelli che avrebbero creduto, disse che questi erano da Dio, perché sarebbero rinati da Dio in virtù dell'adozione della rigenerazione. Ad essi si riferisce dicendo: Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Ciò che segue: e voi non ascoltate perché non siete da Dio, si riferisce a coloro che, oltre ad essere contaminati dal peccato (male comune a tutti), egli già sapeva che non avrebbero creduto, con quella fede che sola avrebbe potuto liberarli dai vincoli del peccato. Perciò sapeva già che coloro ai quali rivolgeva tali parole, sarebbero rimasti fermi in ciò che erano divenuti imitando il diavolo, cioè sarebbero morti nei loro peccati e nell'empietà che li rendeva a lui somiglianti; e non sarebbero giunti alla rigenerazione, in virtù della quale sarebbero diventati figli di Dio, nascendo da quel Dio, che li aveva creati uomini. Il Signore ha parlato così tenendo conto di questa predestinazione; non perché avesse trovato qualche uomo che secondo la rigenerazione fosse già da Dio, o che secondo la natura non fosse più da Dio.